24/12/2021, 08.45
IRAQ
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Patriarca caldeo: oltre i conflitti, Natale occasione ‘di pace e riconciliazione’

Nel messaggio ai fedeli per la festa il porporato sottolinea il clima carico di “tensioni e conflitti” etniche e confessionali. A questi si sommano inquinamento, cambiamento climatico e la pandemia di Covid-19. La nascita di Cristo rinnova speranza ed entusiasmo, un periodo “speciale” per la riconciliazione e relazioni fraterne. 

Baghdad (AsiaNews) - In un clima politico e sociale carico di “tensioni e conflitti” legati alle ultime elezioni parlamentari, di problemi come “inquinamento ambientale, cambiamento climatico e Covid-19” la nascita di Cristo è “messaggio di speranza, pace, fratellanza, amore e solidarietà”. È quanto scrive nella lettera di Natale ai fedeli il patriarca caldeo, card Louis Raphael Sako, secondo cui la festa è “occasione speciale” per “ricaricare” la fede e “rinnovare” la speranza e l’entusiasmo, oltre a diventare appello “alla pace e alla sicurezza”. Un periodo speciale, osserva il porporato, per promuovere “la riconciliazione” e il “rafforzamento delle relazioni fraterne”.

La nascita di Cristo, spiega il primate caldeo, rappresenta “la presenza di Dio in mezzo a noi” e “l’amore del Signore le persone di tutte le nazionalità, culture e di tutte le età“, unite alla sua “vicinanza e sollecitudine per loro”. Essa rappresenta un “ritorno alle sorgenti” della vita, per “affrontare e correggere le questioni più importanti della nostra vita” e “promuovere con più maturità e consapevolezza la fratellanza, la tolleranza, la pace e l’amore”.

Le parole del patriarca Sako giungono in un clima di forte preoccupazione per il futuro della nazione, tanto che il 21 dicembre scorso la Chiesa caldea ha osservato una giornata di digiuno e preghiera per un Iraq alla ricerca di “un nuovo equilibrio” e un futuro di “sviluppo e sicurezza”. Il porporato con questa iniziativa si è rivolto non solo alla comunità cristiana, ma a tutte le persone che hanno a cuore il bene del Paese arabo, musulmani compresi. 

La natività, sottolinea il card. Sako, è “l’evento fondante” del cristianesimo, il centro della sua teologia e il punto di partenza. Ecco perché è importante che Gesù “nasca nei nostri cuori” e “viva attraverso la nostra preghiera, il nostro impegno per il suo insegnamento” e “il nostro servizio ai fratelli”, in special modo “i più poveri e fragili”. Ogni anno ricordare la sua nascita, avverte, diventa “celebrazione della fede” e “un ritorno alle sorgenti” per “affrontare e correggere le questioni importanti nella nostra vita e per promuovere con più maturità e consapevolezza la fratellanza, la tolleranza, la pace e l’amore”. 

Alla Chiesa, spiega il patriarca caldeo, è affidata la missione di tradurre in un “linguaggio contemporaneo e comprensibile” il messaggio di Cristo, avvicinando le persone “ai suoi insegnamenti”. Il Natale è “speranza” quando la politica diventa servizio “alle aspirazioni” dei cittadini attraverso una “visione nazionale sincera” e uno spazio “di dialogo” di fronte alle crisi che si sono accumulate in questi anni. Agli iracheni il compito di “rifiutare le differenze, spezzare i legami settari, consolidare l’appartenenza nazionale e cercando di costruire uno stato civile” che sia fondato su “giustizia e diritto”. “In questa festa - conclude il cardinale - preghiamo per la pace e la stabilità” dell’Iraq e del mondo, e che ciascun fedele sia portatore dei valori “della tolleranza, della pace, della vita e della fratellanza”. 

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