Patagonia, il governo argentino concede una base spaziale all’esercito cinese
L’accordo, firmato ancora nel 2015, è stato ufficializzato in concomitanza con uno scambio di valuta per 18,5 miliardi di dollari. La struttura, costata finora 50 milioni di dollari, è gestita da un’agenzia controllata dai militari di Pechino. Esperti occidentali: Può essere usata per fini militari. Analista argentino: Le concessioni sono troppo favorevoli per la Cina.
Buenos Aires (AsiaNews) – Il governo ha riconosciuto in modo ufficiale alla Cina la gestione di una controversa stazione spaziale entrata in funzione due anni fa in Patagonia. La decisione è stata presa in seguito a una richiesta esplicita del presidente cinese Xi Jinping al suo omologo argentino Alberto Fernandez. Essa è arrivata nella stessa settimana in cui la Banca centrale argentina ha rinnovato lo swap (scambio) di valuta con la Banca centrale cinese per 18,5 miliardi di dollari. Per diversi osservatori, il doppio accordo suggella l’alleanza politico-economica tra i due Paesi.
Fernandez ha promulgato la legge – approvata ancora nel 2015 – che assicura alla Cina una concessione di 200 ettari nella provincia di Neuquén per la gestione di una base satellitare. Il provvedimento prevede un’esenzione fiscale della durata di 50 anni. La struttura è operata dall’agenzia Satellite Launch and Tracking Control General, controllata dall’Esercito popolare cinese, in cui lavora solo personale proveniente dalla Cina.
Finora Pechino avrebbe sborsato 50 milioni di dollari per costruire la stazione, sulla quale è stata installata un’antenna alta 35 metri. Il governo argentino può utilizzare solo il 10% del tempo di funzionamento delle apparecchiature di osservazione spaziale.
Oltre alla “pacifica” esplorazione del lato più oscuro della luna, l’obiettivo per cui Pechino ha chiesto l’uso della base, si sospetta che il complesso possa servire ad altri scopi. Lo affermano gli esperti europei e americani, che mettono in guardia contro possibili attività di spionaggio, sabotaggio di satelliti e altre azioni di natura militare proibite in modo esplicito dai trattati internazionali.
“Le concessioni sono troppo favorevoli per il governo cinese, il pericolo di uso ‘duale’è latente e l’attività che vi si svolge è sconosciuta”, ha dichiarato ad AsiaNews Martín Dinatale, giornalista ed esperto argentino in materia. Dinatale ricorda che Xi ha promesso di recente al presidente argentino che avrebbe innalzato lo status delle relazioni diplomatiche tra i due Paesi. L’attuale partnership strategica globale diventerà anche cooperativa, il che “implica maggiori benefici per entrambe le parti, ma anche maggiori impegni”.
03/07/2017 08:48
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