Papa: "non c'è futuro per il popolo" senza l'incontro tra giovani e anziani, quando "si scartano" gli anziani
Città del Vaticano (AsiaNews) - "Non c'è futuro per il popolo" senza l'incontro tra le generazioni e se i giovani che "vivono in modo più forte il bisogno di rendersi autonomi dai genitori" non "recuperano l'incontro", "se non si ritrova un equilibrio nuovo, fecondo tra le generazioni, quello che ne deriva è un grave impoverimento per il popolo, e la libertà che predomina nella società è una libertà falsa, che quasi sempre si trasforma in autoritarismo".
Tanti capelli bianchi oggi in piazza san Pietro per l'incontro "La benedizione della lunga vita" promosso dal Pontificio consiglio per la famiglia: 40mila "nonni" dei quali papa Francesco ha ascoltato racconti e testimonianza e per i quali ha concelebrato messa insieme con cento sacerdoti anziani.
Per papa Francesco l'incontro di oggi è anche occasione per parlare di accoglienza e tornare a condannare la cultura "dello scarto". "Non sempre - osserva - l'anziano, il nonno, la nonna, ha una famiglia che può accoglierlo. E allora ben vengano le case per gli anziani... purché siano veramente case, e non prigioni! E siano per gli anziani, e non per gli interessi di qualcuno altro! Non ci devono essere istituti dove gli anziani vivono dimenticati, come nascosti, trascurati. Mi sento vicino ai tanti anziani che vivono in questi Istituti, e penso con gratitudine a quanti li vanno a visitare e si prendono cura di loro. Le case per anziani dovrebbero essere dei 'polmoni' di umanità in un paese, in un quartiere, in una parrocchia; dovrebbero essere dei 'santuari' di umanità dove chi è vecchio e debole viene curato e custodito come un fratello o una sorella maggiore. Fa tanto bene andare a trovare un anziano! Guardate i nostri ragazzi: a volte li vediamo svogliati e tristi; vanno a trovare un anziano, e diventano gioiosi!". E invece "quante volte si scartano gli anziani con atteggiamento di abbandono che sono una vera e propria eutanasia, si scartano i bambini, i giovani perché non hanno lavoro e si scartano gli anziani con la pretesa di mantenere un sistema economico equilibrato al centro del quale c'è il dio denaro. Siamo tutti chiamati a contrastare questa velenosa cultura dello scarto, i cristiani con tutti gli uomini di buona volontà chiamati a costruire una società più umana, paziente e inclusiva".
Prima della celebrazione eucaristica, al momento delle testimonianze, di particolare significato il racconto di Mubarak, profugo dal Kurdistan iracheno, in piazza con la moglie Aneesa: sposati da 51 anni, hanno dieci figli e 12 nipoti. Della testimonianza di Mubarak e di sua moglie "scappati da una violenta persecuzione", il Papa ha parlato salutando i presenti. "E' molto bello - ha detto -che siate venuti qui oggi: è un dono per la Chiesa. E noi vi offriamo la nostra vicinanza, la nostra preghiera e l'aiuto concreto. La violenza sugli anziani è disumana, come quella sui bambini. Ma Dio non vi abbandona, è con voi! Con il suo aiuto voi siete e continuerete ad essere memoria per il vostro popolo; e anche per noi, per la grande famiglia della Chiesa. Grazie! Questi fratelli ci testimoniano che anche nelle prove più difficili, gli anziani che hanno fede sono come alberi che continuano a portare frutto. E questo vale anche nelle situazioni più ordinarie, dove però ci possono essere altre tentazioni, e altre forme di discriminazione". "In quei Paesi - ha aggiunto poco dopo - dove la persecuzione religiosa è stata crudele - penso, per esempio, all'Albania, dove mi sono recato domenica scorsa - in quei Paesi sono stati i nonni a portare i bambini a battezzare di nascosto, a dare loro la fede. Bravi! Sono stati bravi nella persecuzione e hanno salvato la fede in quei Paesi!".
L'incontro con gli anziani ha anche visto il ritorno in piazza san Pietro di Benedetto XVI, accolto con gran calore dai presenti e salutato affettuosamente da Francesco. "Io - dirà poco dopo a proposito della presenza del papa emerito- ho detto tante volte che mi piaceva tanto che lui abitasse qui in Vaticano, perché era come avere il nonno saggio a casa. Grazie!".
All'omelia, commentando il Vangelo di oggi, che parla della visita di Maria a Elisabetta, il Papa lo definisce "Vangelo dell'incontro tra i giovani e gli anziani: un incontro pieno di gioia, pieno di fede e pieno di speranza. Maria - aggiunge - è giovane, molto giovane. Elisabetta è anziana, ma in lei si è manifestata la misericordia di Dio e da sei mesi, con il marito Zaccaria, è in attesa di un figlio. Maria, anche in questa circostanza, ci mostra la via: andare a incontrare l'anziana parente, stare con lei, certo per aiutarla, ma anche e soprattutto per imparare da lei, che è anziana, una saggezza di vita".
"La prima Lettura, con una varietà di espressioni, riecheggia il quarto comandamento: "Onora tuo padre e tua madre, perché si prolunghino i tuoi giorni nel paese che il Signore, tuo Dio, ti dà".
"Lo stesso messaggio ci viene dall'esortazione dell'apostolo Paolo rivolta a Timoteo e, tramite lui, alla comunità cristiana. Gesù non ha abolito la legge della famiglia e del passaggio tra generazioni, ma l'ha portata a compimento. Il Signore ha formato una nuova famiglia, nella quale sui legami di sangue prevale la relazione con Lui e il fare la volontà di Dio Padre. Ma l'amore per Gesù e per il Padre porta a compimento l'amore per i genitori, per i fratelli, per i nonni, rinnova le relazioni familiari con la linfa del Vangelo e dello Spirito Santo. E così san Paolo raccomanda a Timoteo, che è Pastore e quindi padre della comunità, di avere rispetto per gli anziani e i familiari, ed esorta a farlo con atteggiamento filiale: l'anziano "come fosse tuo padre", "le donne anziane come madri" (cfr 1Tm 5,1). Il capo della comunità non è dispensato da questa volontà di Dio, anzi, la carità di Cristo lo spinge a farlo con un amore più grande. Come la Vergine Maria, che pur essendo diventata la Madre del Messia, si sente spinta dall'amore di Dio, che in lei si sta incarnando, a correre dall'anziana parente.
E ritorniamo allora a questa "icona" piena di gioia e di speranza, piena di fede, piena di carità. Possiamo pensare che la Vergine Maria, stando a casa di Elisabetta, avrà sentito lei e il marito Zaccaria pregare con le parole del Salmo responsoriale di oggi: "Sei tu, mio Signore, la mia speranza, la mia fiducia, fin dalla mia giovinezza ... Non gettarmi via nel tempo della vecchiaia, non abbandonarmi quando declinano le mie forze... Venuta la vecchiaia e i capelli bianchi, o Dio, non abbandonarmi, fino a che io annunci la tua potenza, a tutte le generazioni le tue imprese" (Sal 71,5.9.18). La giovane Maria ascoltava, e custodiva tutto nel suo cuore. La saggezza di Elisabetta e Zaccaria ha arricchito il suo giovane animo; non erano esperti di maternità e paternità, perché anche per loro era la prima gravidanza, ma erano esperti della fede, esperti di Dio, esperti di quella speranza che viene da Lui: è di questo che il mondo ha bisogno, in ogni tempo. Maria ha saputo ascoltare quei genitori anziani e pieni di stupore, ha fatto tesoro della loro saggezza, e questa è stata preziosa per lei, nel suo cammino di donna, di sposa, di mamma.
Così la Vergine Maria ci mostra la via: la via dell'incontro tra i giovani e gli anziani. Il futuro di un popolo suppone necessariamente questo incontro: i giovani danno la forza per far camminare il popolo e gli anziani irrobustiscono questa forza con la memoria e la saggezza popolare.
A Maria, infine, all'Angelus, il Papa affida il Sinodo che si aprirà domenica prossima. "Domenica prossima - dice infatti - inizierà l'Assemblea Sinodale sul tema della famiglia. Invito tutti, singoli e comunità, a pregare per questo importante evento e affido questa intenzione all'intercessione di Maria Salus Populi Romani".