21/05/2023, 12.34
VATICANO
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Papa: nell'Ascensione di Gesù la nostra carne e le sue ferite salgono fino al cielo

Al Regina Caeli Francesco è tornato a lanciare un appello per il Sudan e le vittime delle altre guerre: "Non abituiamoci ai conflitti". Nella Giornata mondiale per le comunicazioni sociali l'invito ai giornalisti a svolgere il proprio lavoro "al servizio della verità". La vicinanza alle popolazioni dell'Emilia Romagna colpite dalle alluvioni.

Città del Vaticano (AsiaNews) – “Mi piace pensare che Gesù in cielo prega mostrando le piaghe al padre per noi”. Lo ha detto oggi papa Francesco rivolgendosi ai fedeli presenti in piazza San Pietro per la preghiera del Regina Caeli. Parlando della solennità dell’Ascensione, che si celebra oggi in Italia e in altri Paesi, il pontefice si è chiesto: “perché festeggiare la partenza di Gesù dalla terra? Il suo congedo sembrerebbe un momento triste, non qualcosa di cui gioire! E una seconda domanda: che cosa fa adesso Gesù in cielo, perché è importante che sia lì?”.

Francesco ha spiegato che “con l’Ascensione è accaduta una cosa nuova e bellissima: Gesù ha portato la nostra umanità in cielo, cioè in Dio. Quell’umanità, la carne che aveva preso in terra, non è rimasta qui, è ascesa in Dio e sarà lì per sempre”. Oggi – ha aggiunto – festeggiamo in un certo senso “la conquista del cielo”.
Ma – soprattutto - che cosa fa Gesù in cielo? “Sta per noi davanti al Padre – ha risposto il papa - gli mostra continuamente la nostra umanità, le piaghe che ha sofferto per noiIn una parola, quindi, intercede; è nel “luogo” migliore, davanti al Padre suo e nostro, per intercedere a nostro vantaggio. La Regina del cielo – ha concluso – aiuti anche noi a intercedere con la forza della preghiera”.

Al termine della preghiera mariana il papa è tornato poi a parlare delle violenze che da un mese ormai insanguinano il Sudan. Ha fatto appello alla comunità internazionale affinché non risparmi i propri sforzi per far deporre le armi. “Non abituiamoci ai conflitti e alle violenze – ha aggiunto - non abituiamoci alla guerra. E stiamo vicino al martoriato popolo ucraino”.

Nella domenica in cui la Chiesa celebra la Giornata mondiale per le comunicazioni sociali Francesco ha poi rivolto il suo saluto ai giornalisti e agli operatori della comunicazione: “Auspico che il vostro lavoro sia sempre al servizio della verità e del bene comune”, ha detto loro.

Infine – ricordando l’appuntamento della Settimana Laudato Sì, dedicata alla cura del creato – il papa ha rinnovato la propria vicinanza alle popolazioni dell’Emilia Romagna. “Queste inondazioni – ha commentato - ci ricordano che c’è bisogno di mettere insieme competenze e calamità, nella cura della casa comune”.

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