17/04/2014, 00.00
VATICANO
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Papa: la "lavanda dei piedi", "un gesto d'amore, di servizio", per ricordarci che "dobbiamo essere servi gli uni degli altri"

Francesco ha celebrato la messa "in Coena Domini" in un centro della Fondazione don Gnocchi. Ha lavato e baciato i piedi di 12 persone di età differenti, vittime di diversi handicap e di diverse appartenenze religiose: tre stranieri e 9 italiani.

Roma (AsiaNews) - "Un gesto d'amore, di servizio", per ricordarci che "dobbiamo essere servi gli uni degli altri". "Pensiamo agli altri" è il messaggio che papa Francesco ha spiegato essere contenuto nel gesto della "lavanda dei piedi" che egli ha compiuto, oggi pomeriggio, a 12 ospiti del Centro riabilitativo Santa Maria della Provvidenza, della Fondazione Don Carlo Gnocchi.

Terzo papa a visitare la Fondazione dopo Paolo VI (23 dicembre 1963) e Giovanni Paolo II (23  dicembre 1990), Francesco ha voluto ancora compiere il rito nei confronti di "ultimi", i ragazzi detenuti a Casal del Marmo l'anno scorso, i sofferenti del "Don Gnocchi" oggi.

Persone di età differenti, vittime di diversi handicap e di diverse appartenenze religiose: tre stranieri e 9 italiani. Il più giovane, Osvaldinho, originario di Capoverde, ha 16 anni, ed è condannato su una sedia a rotelle per un tuffo in mare la scorsa estate. I più anziani Pietro e Angelica hanno 86 anni. Davanti a ognuno il Papa si è inginocchiato, ha lavato, asciugato e baciato i piedi.

La lavanda dei piedi, ha ricordato il Papa, vuole rievocare il gesto compiuto da Gesù durante l'Ultima cena, e che viene ripetuto durante la Messa "in Coena Domini", che apre il triduo pasquale. "Quello che Gesù ha fatto nell'Ultima Cena - ha detto Francesco - è un gesto di congedo". "E' come l'eredità che ci lascia. Lui è Dio e si è fatto servo, servitore nostro. E questa è l'eredità: anche voi dovete essere servitori gli uni degli altri. E Lui ha fatto questa strada per amore: anche voi dovete amarvi ed essere servitori e nell'amore. Questa è l'eredità che ci lascia Gesù".

"E - ha proseguito - fa questo gesto di lavare i piedi, che è un gesto simbolico: lo facevano gli schiavi, i servi ai commensali, alla gente che veniva a pranzo, a cena, perché in quel tempo le strada erano tutte di terra e quando entravano in casa era necessario lavarsi i piedi. E Gesù fa un gesto, un lavoro, un servizio di schiavo, di servo". "Questo - ha ribadito - lo lascia come eredità tra noi. Noi dobbiamo essere servitori gli uni degli altri. E per questo, la Chiesa, al giorno d'oggi, che si commemora l'Ultima Cena, quando Gesù ha istituito l'Eucaristia, anche fa, nella cerimonia, questo gesto di lavare i piedi, che ci ricorda che noi dobbiamo essere servi gli uni degli altri".

"Adesso - ha concluso - io farò questo gesto, ma tutti noi, nel cuore nostro, pensiamo agli altri e pensiamo nell'amore che Gesù ci dice che dobbiamo avere per gli altri, e pensiamo anche come possiamo servirle meglio, le altre persone. Perché così Gesù ha voluto da noi".

 

 

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