Papa: la Segreteria di Stato non gestirà più fondi propri
La decisione presa ieri, in esecuzione di una lettera di Francesco dello scorso agosto. Una particolare attenzione - si legge tra l’altro in tale documento - meritano gli investimenti operati a Londra e il fondo Centurion, dai quali occorre uscire al più presto, o almeno, disporne in maniera tale da eliminarne tutti i rischi reputazionali”.
Città del Vaticano (AsiaNews) – La Segreteria di Stato della Santa Sede non gestirà più i propri fondi che ricadranno sotto la responsabilità dell’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica (Apsa). L’ha deciso ieri papa Francesco che in tal modo vede realizzato quanto aveva deciso nell’agosto scorso.
Alla riunione di ieri hanno partecipato il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato; mons. Edgar Peña Parra, Sostituto della Segreteria di Stato; mons. Fernando Vergez, segretario generale del Governatorato dello Stato Città del Vaticano; mons. Nunzio Galantino, presidente dell’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica; padre Juan Antonio Guerrero Alves, prefetto della Segreteria per l’economia.
La decisione è stata resa nota dal direttore della Sala Stampa Vaticana Matteo Bruni, il quale ha aggiunto che nella riunione di ieri il Papa ha costituito la “Commissione di passaggio e controllo”, che entra in funzione con effetto immediato. Della Commissione fanno parte mons. Edgar Peña Parra, mons. Nunzio Galantino e padre Juan Antonio Guerrero Alves.
Le decisioni prese ieri sono direttamente collegate con quanto stabiliva la lettera di Francesco del 25 agosto, resa nota solo oggi.
Nel documento si legge che i cambiamenti sono presi “nel quadro della riforma della Curia”. “La Segreteria di Stato – prosegue la lettera - è senza ombra di dubbio il Dicastero che sostiene più da vicino e direttamente l’azione” del Papa “nella sua missione, rappresentando un punto di riferimento essenziale nella vita della Curia e dei Dicasteri che ne fanno parte. Non sembra, però, necessario, né opportuno che la Segreteria di Stato debba eseguire tutte le funzioni che sono già attribuite ad altri Dicasteri. È preferibile, quindi, che anche in materia economica e finanziaria si attui il principio di sussidiarietà, fermo restando il ruolo specifico della Segreteria di Stato e il compito indispensabile che essa svolge”.
Di conseguenza, la Segreteria di Stato “trasferisca all’APSA la gestione e l’amministrazione di tutti i fondi finanziari e del patrimonio immobiliare, i quali manterranno in ogni caso la propria finalità attuale. Una particolare attenzione - si legge nella lettera - meritano gli investimenti operati a Londra e il fondo Centurion, dai quali occorre uscire al più presto, o almeno, disporne in maniera tale da eliminarne tutti i rischi reputazionali”.
Il riferimento è a due degli investimenti a proposito dei quali è stata affermata una responsabilità dell’ex cardinale Angelo Becciu, ufficialmente dimesso il 24 settembre. La questione degli “investimenti operati a Londra”, il riferimento appare essere all'immobile di Sloane Avenue, il cui acquisto era stato avviato nel periodo in cui lo stesso Becciu era sostituto in Segreteria di Stato. Quanto al fondo Centurion, è un fondo maltese nel quale sarebbero stati indirizzati fondi vaticani.
D’ora in poi, quindi, in materia economica e finanziaria la Segreteria di Stato opererà “per mezzo di un budget approvato attraverso i meccanismi abituali, con le procedure proprie richieste a qualsiasi Dicastero, salvo per ciò che riguarda le materie riservate che sono sottoposte a segreto, approvate dalla “Commissione di passaggio e controllo”.
Il controllo e la vigilanza spettano alla Segreteria per l’Economia su tutti gli Enti della Curia Romana. La Segreteria di Stato, in materia di vigilanza economica e finanziaria, “non avrà responsabilità di vigilanza e controllo di nessun Ente della Santa Sede, né di quella ad essa collegati”. (FP)
28/12/2020 12:05
24/02/2014
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