Papa: i giovani pagano il prezzo più alto di guerre e ingiustizie
Lo scrive papa Francesco nel messaggio per la Giornata mondiale della gioventù che la Chiesa celebrerà nelle diocesi il 24 novembre, a poche settimane dell’inizio del Giubileo. “Anche davanti a voi il Signore apre una strada e vi invita a percorrerla con speranza”.
Città del Vaticano (AsiaNews) – Spesso oggi sono i giovani a pagare “il prezzo più alto” delle ferite che attraversano il mondo. Ma anche a questa generazione chiamata a vivere una stagione difficile, la Chiesa vuole portare l’annuncio di speranza del Vangelo. Lo scrive papa Francesco nel messaggio per la Giornata mondiale della gioventù 2024, diffuso oggi dalla Sala stampa vaticana.
Il testo - che ha per titolo il versetto biblico “Quanti sperano nel Signore camminano senza stancarsi” (Is 40,31) - prepara l’appuntamento che sarà celebrato quest’anno nelle singole diocesi domenica 24 novembre, solennità di Cristo Re. Un appuntamento che cadrà a poche settimane dall’apertura - nella notte di Natale - dell’Anno Santo 2025 che ha al centro proprio il tema della speranza.
A questo orizzonte guarda papa Francesco rivolgendosi nel suo messaggio ai giovani. Rifacendosi al contesto del versetto tratto dal libro del profeta Isaia - che era quello della fine dell’esilio del popolo di Israele a Babilonia – il pontefice osserva che anche oggi viviamo “tempi segnati da situazioni drammatiche, che generano disperazione e impediscono di guardare al futuro con animo sereno: la tragedia della guerra, le ingiustizie sociali, le disuguaglianze, la fame, lo sfruttamento dell’essere umano e del creato. Spesso - spiega - a pagare il prezzo più alto siete proprio voi giovani, che avvertite l’incertezza del futuro e non intravedete sbocchi certi per i vostri sogni, rischiando così di vivere senza speranza, prigionieri della noia e della malinconia, talvolta trascinati nell’illusione della trasgressione e di realtà distruttive. Per questo, carissimi, vorrei che, come accadde a Israele in Babilonia, anche a voi giungesse l’annuncio di speranza: ancora oggi il Signore apre davanti a voi una strada e vi invita a percorrerla con gioia e speranza”.
Una strada che non è priva di fatiche nel cammino. Il papa parla dell’ansia provocata dalle pressioni sociali a cui sono sottoposti i giovani, della tentazione della noia o di rifugiarsi nella propria “comfort zone”, “vedendo e giudicando il mondo da dietro uno schermo senza mai sporcarsi le mani con i problemi, con gli altri, con la vita”. “Preferisco la stanchezza di chi è in cammino che la noia di chi rimane fermo e senza voglia di camminare”.
”Se c’è un traguardo bello - commenta Francesco - se la vita non va verso il nulla, se niente di quanto sogno, progetto e realizzo andrà perduto, allora vale la pena di camminare e di sudare, di sopportare gli ostacoli e affrontare la stanchezza, perché la ricompensa finale è meravigliosa”. Gli stessi tempi di crisi, continua il pontefice, “non sono tempi persi o inutili ma possono rivelarsi occasioni molto importanti di crescita. Sono i momenti di purificazione della speranza”.
Nel messaggio papa Francesco invita i giovani a riscoprire “il grande dono dell’Eucaristia”, come forza che sostiene in questo cammino, citando l’esempio del giovane beato italiano Carlo Acutis, di cui si attende nei prossimi mesi la canonizzazione. Il pontefice si augura poi che tanti giovani da tutto il mondo possano recarsi a Roma per il Giubileo o vivere comunque l’Anno Santo nelle proprie diocesi. “Vi esorto a viverlo con tre atteggiamenti fondamentali - scrive -: il ringraziamento, perché il vostro cuore si apra alla lode per i doni ricevuti, primo fra tutti il dono della vita; la ricerca, perché il cammino esprima il desiderio costante di cercare il Signore e di non spegnere la sete del cuore; e, infine, il pentimento, che ci aiuta a guardare dentro di noi, a riconoscere le strade e le scelte sbagliate che a volte intraprendiamo e, così, poterci convertire al Signore e alla luce del suo Vangelo”.
“In questo prossimo Anno santo della speranza - conclude papa Francesco - invito tutti voi a sperimentare l’abbraccio di Dio misericordioso, a sperimentare il suo perdono, la remissione di tutti i nostri 'debiti interiori', come era tradizione nei giubilei biblici. E così, accolti da Dio e rinati in Lui, diventate anche voi braccia aperte per tanti vostri amici e coetanei che hanno bisogno di sentire, attraverso la vostra accoglienza, l’amore di Dio Padre. Ognuno di voi doni 'anche solo un sorriso, un gesto di amicizia, uno sguardo fraterno, un ascolto sincero, un servizio gratuito, sapendo che, nello Spirito di Gesù, ciò può diventare per chi lo riceve un seme fecondo di speranza', e così diventiate instancabili missionari della gioia”.
31/07/2016 19:27