Papa: ai giovani, leggete la Bibbia, "non è un capolavoro letterario", ma "Dio che parla"
Città del Vaticano (AsiaNews) – La Bibbia non è un “capolavoro letterario”, ma “qualcosa di divino: un libro come fuoco, un libro nel quale Dio parla. Perciò ricordatevi: la Bibbia non è fatta per essere messa su uno scaffale, piuttosto è fatta per essere tenuta in mano, per essere letta spesso, ogni giorno, sia da soli sia in compagnia”. Lo scrive papa Francesco nella prefazione di una edizione della Bibbia destinata ai giovani e da loro commentata, pubblicata in tedesco e frutto di un progetto che ha visto la collaborazione di diverse realtà, tra cui alcuni gesuiti austriaci, professori di Antico Testamento. La versione italiana della prefazione scritta dal Pontefice è pubblicata sull’ultimo numero di Civiltà Cattolica in uscita questa settimana.
Il testo di Francesco inizia rivolgendosi direttamente ai giovani lettori: “se voi vedeste la mia Bibbia – scrive - forse non ne sareste affatto colpiti. Direste: ‘Cosa? Questa è la Bibbia del Papa? Un libro così vecchio, così sciupato!’. Potreste anche regalarmene una nuova, magari anche una da 1.000 euro: no, non la vorrei. Amo la mia vecchia Bibbia, quella che ha accompagnato metà della mia vita. Ha visto la mia gioia, è stata bagnata dalle mie lacrime: è il mio inestimabile tesoro. Vivo di lei e per niente al mondo la darei via”.
Il Papa chiede quindi che questo libro, dopo essere stato letto tutto d’un fiato, non finisca poi “in terza fila”, negli scaffali della libreria, “finendo per riempirsi di polvere”. Finché “un giorno i vostri figli la venderanno al mercatino dell’usato. No: questo non può essere!”. “Voglio dirvi una cosa – prosegue – oggi, ancor più che agli inizi della Chiesa, i cristiani sono perseguitati; qual è la ragione? Sono perseguitati perché portano una croce e danno testimonianza di Cristo; vengono condannati perché possiedono una Bibbia. Evidentemente la Bibbia è un libro estremamente pericoloso, così rischioso che in certi Paesi chi possiede una Bibbia viene trattato come se nascondesse nell’armadio bombe a mano!”.
Mahatma Gandhi, che non era cristiano, rammenta Francesco una volta disse: "A voi cristiani è affidato un testo che ha in sé una quantità di dinamite sufficiente per far esplodere in mille pezzi la civiltà tutta intera, per mettere sottosopra il mondo e portare la pace in un pianeta devastato dalla guerra. La trattate però come se fosse semplicemente un’opera letteraria, niente di più”. “Che cosa tenete allora in mano? Un capolavoro letterario? Una raccolta di antiche e belle storie?”, chiede il Papa. “In tal caso bisognerebbe dire ai molti cristiani che si fanno incarcerare e torturare per la Bibbia: ‘Davvero stolti e poco avveduti siete stati: è solo un’opera letteraria!’. No, con la Parola di Dio la luce è venuta nel mondo e mai più sarà spenta”. Tra le mani, riprende il Papa, avete “qualcosa di divino: un libro come fuoco, un libro nel quale Dio parla. Perciò ricordatevi: la Bibbia non è fatta per essere messa su uno scaffale, piuttosto è fatta per essere tenuta in mano, per essere letta spesso, ogni giorno, sia da soli sia in compagnia”. Del resto, continua, “in compagnia fate sport, andate a fare shopping; perché allora non leggere insieme, in due, in tre o in quattro, la Bibbia? Magari all’aperto, immersi nella natura, nel bosco, in riva al mare, la sera al lume di una candela… farete un’esperienza potente e sconvolgente. O forse avete paura di apparire ridicoli di fronte agli altri?”. “Leggete con attenzione non rimanete in superficie, come si fa con un fumetto! La Parola di Dio non la si può semplicemente scorrere con lo sguardo!”, ma chiedendosi cosa la Bibbia dice al loro cuore. “Solo così la Parola di Dio potrà dispiegare tutta la sua forza; solo così la nostra vita potrà trasformarsi, diventando piena e bella”.
“Voglio confidarvi come leggo la mia vecchia Bibbia – scrive ancora Francesco – spesso la prendo, la leggo per un po’, poi la metto in disparte e mi lascio
guardare dal Signore. Non sono io a guardare Lui, ma Lui guarda me: Dio è davvero lì, presente. Così mi lascio osservare da Lui e sento — e non è certo sentimentalismo —, percepisco nel più profondo ciò che il Signore mi dice”. “A volte – scrive ancora – non parla: e allora non sento niente, solo vuoto, vuoto, vuoto… Ma, paziente, rimango là e lo attendo così, leggendo e pregando. Prego seduto, perché mi fa male stare in ginocchio. Talvolta, pregando, persino mi addormento, ma non fa niente: sono come un figlio vicino a suo padre, e questo è ciò che conta. Volete farmi felice? Leggete la Bibbia”.
16/02/2023 13:20