07/07/2018, 15.21
VATICANO-MEDIO ORIENTE
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Papa: Medio Oriente, per la pace serve volontà di dialogo non tregue garantite da muri

Francesco a conclusione del colloquio a porte chiuse con leader delle diverse realtà cristiane ha detto che “la guerra è figlia del potere e della povertà. Si sconfigge rinunciando alle logiche di supremazia e sradicando la miseria”. Tanti conflitti sono stati fomentati anche da forme di fondamentalismo e di fanatismo. Uguali diritti per tutti i cittadini, quale che sia la loro fede.

Bari (AsiaNews) – In Medio Oriente “non le tregue garantite da muri e prove di forza porteranno la pace, ma la volontà reale di ascolto e dialogo”, perché “la guerra è figlia del potere e della povertà. Si sconfigge rinunciando alle logiche di supremazia e sradicando la miseria”. E’ con un appello a rinunciare alla violenza e all’egoismo che si è conclusa la giornata che ha visto Chiese e Comunità cristiane insieme a Bari per pregare per la pace in Medio Oriente.

Sul sagrato della basilica di san Nicola, a Bari (nella foto), papa Francesco a conclusione del colloquio a porte chiuse con leader delle diverse realtà cristiane presenti nella regione, ha affermato che la pace non ha alternative, purché “l’’arte dell’incontro prevalga sulle strategie dello scontro”. “Per fare questo è essenziale che chi detiene il potere si ponga finalmente e decisamente al vero servizio della pace e non dei propri interessi. Basta ai tornaconti di pochi sulla pelle di molti! Basta alle occupazioni di terre che lacerano i popoli! Basta al prevalere delle verità di parte sulle speranze della gente! Basta usare il Medio Oriente per profitti estranei al Medio Oriente!”.

Nelle parole del Papa, poi, c’è l’eco di quanto i leader cristiani si sono detti. C’è quindi il fanatismo religioso e c’è quella richiesta di affermare l’uguaglianza tra i cittadini, indipendentemente da razza o convinzioni religiose. La guerra, ha detto infatti, “si sconfigge rinunciando alle logiche di supremazia e sradicando la miseria. Tanti conflitti sono stati fomentati anche da forme di fondamentalismo e di fanatismo che, travestite di pretesti religiosi, hanno in realtà bestemmiato il nome di Dio, che è pace, e perseguitato il fratello che da sempre vive accanto”. E “per aprire sentieri di pace, si volga invece lo sguardo a chi supplica di convivere fraternamente con gli altri. Si tutelino tutte le presenze, non solo quelle maggioritarie. Si spalanchi anche in Medio Oriente la strada verso il diritto alla comune cittadinanza, strada per un rinnovato avvenire. Anche i cristiani sono e siano cittadini a pieno titolo, con uguali diritti”.

“Fortemente angosciati, ma mai privi di speranza – ha detto ancora - volgiamo lo sguardo a Gerusalemme, città per tutti i popoli, città unica e sacra per cristiani, ebrei e musulmani di tutto il mondo, la cui identità e vocazione va preservata al di là delle varie dispute e tensioni, e il cui status quo esige di essere rispettato secondo quanto deliberato dalla Comunità internazionale e ripetutamente chiesto dalle comunità cristiane di Terra Santa. Solo una soluzione negoziata tra Israeliani e Palestinesi, fermamente voluta e favorita dalla Comunità delle nazioni, potrà condurre a una pace stabile e duratura, e garantire la coesistenza di due Stati per due popoli”.

“La speranza ha il volto dei bambini. In Medio Oriente, da anni, un numero spaventoso di piccoli piange morti violente in famiglia e vede insidiata la terra natia, spesso con l’unica prospettiva di dover fuggire. Questa è la morte della speranza. Gli occhi di troppi fanciulli hanno passato la maggior parte della vita a vedere macerie anziché scuole, a sentire il boato sordo di bombe anziché il chiasso festoso di giochi. L’umanità ascolti – vi prego – il grido dei bambini, la cui bocca proclama la gloria di Dio (cfr Sal 8,3). È asciugando le loro lacrime che il mondo ritroverà la dignità”.

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