Papa: L’Eucarestia guarisce la nostra memoria e crea catene di solidarietà
Nella solennità del Corpus Domini, papa Francesco celebra la messa all’altare della cattedra con alcune decine di fedeli con mascherine e debito distanziamento sociale. L’eucarestia guarisce dalla “memoria orfana”, dalla “memoria negativa”, dalla “tristezza”, dalla “memoria chiusa”. Essa “ci ricorda che non siamo solo bocche da sfamare, ma siamo anche le sue mani per sfamare il prossimo”. Il valore della messa e dell’adorazione.
Città del Vaticano (AsiaNews) – L’Eucarestia è “Memoriale che guarisce la nostra memoria”, segnata dalla dimenticanza, dalla mancanza di amore ricevuto, dalla negatività. E accende in noi “il desiderio di servire”, fino a creare “catene di solidarietà” con chi ha fame, non ha lavoro, o è povero. E’ il percorso che papa Francesco ha compiuto con l’omelia di oggi durante la messa per la solennità del Corpus Domini. La celebrazione – ancora a causa dell’emergenza pandemica – è avvenuta all’altare della cattedra, nella basilica di san Pietro. Ma questa volta, insieme ai celebranti e al coro, vi erano diverse decine di fedeli sparsi lungo i banchi dell’assemblea e provvisti di mascherine.
Francesco ha anzitutto sottolineato il valore della memoria: “Senza… memoria diventiamo estranei a noi stessi, ‘passanti’ dell’esistenza; senza memoria ci sradichiamo dal terreno che ci nutre e ci lasciamo portare via come foglie dal vento…. La memoria non è una cosa privata, è la via che ci unisce a Dio e agli altri… Dio sa quanto è difficile, sa quanto è fragile la nostra memoria, e per noi ha compiuto una cosa inaudita: ci ha lasciato un memoriale. Non ci ha lasciato solo delle parole, perché è facile scordare quello che si ascolta. Non ci ha lasciato solo la Scrittura, perché è facile dimenticare quello che si legge. Non ci ha lasciato solo dei segni, perché si può dimenticare anche quello che si vede. Ci ha dato un Cibo, ed è difficile dimenticare un sapore. Ci ha lasciato un Pane nel quale c’è Lui, vivo e vero, con tutto il sapore del suo amore”.
Il papa ha poi elencato le “guarigioni” di cui è capace l’eucaristia. Questo memoriale “guarisce anzitutto la nostra memoria orfana. Tanti hanno la memoria segnata da mancanze di affetto e da delusioni cocenti, ricevute da chi avrebbe dovuto dare amore e invece ha reso orfano il cuore. Si vorrebbe tornare indietro e cambiare il passato, ma non si può. Dio, però, può guarire queste ferite, immettendo nella nostra memoria un amore più grande: il suo. L’Eucaristia ci porta l’amore fedele del Padre, che risana la nostra orfanezza”.
“Con l’Eucaristia il Signore guarisce anche la nostra memoria negativa, che porta sempre a galla le cose che non vanno e ci lascia in testa la triste idea che non siamo buoni a nulla, che facciamo solo errori, che siamo ‘sbagliati’. Gesù viene a dirci che non è così. Egli è contento di farsi intimo a noi e, ogni volta che lo riceviamo, ci ricorda che siamo preziosi: siamo gli invitati attesi al suo banchetto, i commensali che desidera… Con Gesù possiamo immunizzarci dalla tristezza. Sempre avremo davanti agli occhi le nostre cadute, le fatiche, i problemi a casa e al lavoro, i sogni non realizzati. Ma il loro peso non ci schiaccerà perché, più in profondità, c’è Gesù che ci incoraggia col suo amore. Ecco la forza dell’Eucaristia, che ci trasforma in portatori di Dio: portatori di gioia, non di negatività”.
“L’Eucaristia, infine, guarisce la nostra memoria chiusa. Le ferite che ci teniamo dentro non creano problemi solo a noi, ma anche agli altri. Ci rendono paurosi e sospettosi: all’inizio chiusi, alla lunga cinici e indifferenti. Ci portano a reagire nei confronti degli altri con distacco e arroganza, illudendoci che in questo modo possiamo controllare le situazioni. Ma è un inganno: solo l’amore guarisce alla radice la paura e libera dalle chiusure che imprigionano… Il Signore, offrendosi a noi semplice come il pane, ci invita anche a non sprecare la vita inseguendo mille cose inutili che creano dipendenze e lasciano il vuoto dentro. L’Eucaristia spegne in noi la fame di cose e accende il desiderio di servire. Ci rialza dalla nostra comoda sedentarietà, ci ricorda che non siamo solo bocche da sfamare, ma siamo anche le sue mani per sfamare il prossimo. È urgente ora prenderci cura di chi ha fame di cibo e dignità, di chi non lavora e fatica ad andare avanti. E farlo in modo concreto, come concreto è il Pane che Gesù ci dà. Serve una vicinanza reale, servono vere e proprie catene di solidarietà. Gesù nell’Eucaristia si fa vicino a noi: non lasciamo solo chi ci sta vicino!”. Questa sottolineatura della “concretezza” richiama il suo Messaggio per la Giornata dei Poveri, pubblicato ieri, in cui Francesco chiede “solidarietà” efficace e personale verso le situazioni di abbandono e miseria create dalla pandemia.
“Cari fratelli e sorelle – ha concluso - continuiamo a celebrare il Memoriale che guarisce la nostra memoria: la Messa. È il tesoro da mettere al primo posto nella Chiesa e nella vita. E nello stesso tempo riscopriamo l’adorazione, che prosegue in noi l’opera della Messa. Ci fa bene, ci guarisce dentro. Soprattutto ora, ne abbiamo veramente bisogno”.
Alla fine della messa vi è stato un breve momento di adorazione eucaristica, accompagnata dal canto "Adoro Te devote". Alla fine Francesco ha benedetto l'assemblea con l'ostensorio.
13/06/2020 10:15
06/06/2021 18:52