04/01/2015, 00.00
VATICANO
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Papa: Gli uomini parlano della luce, ma spesso preferiscono la tranquillità ingannatrice del buio

Prima dell'Angelus, Francesco torna sul Messaggio per la Giornata mondiale della Pace: "Non più schiavi, ma fratelli". Lo sfruttamento "è una piaga sociale che mortifica i rapporti interpersonali e impedisce una vita di comunione". Ancora "troppi conflitti insanguinano il mondo. Non c'è futuro senza propositi e progetti di pace!". Annunciati i nomi dei 20 nuovi cardinali (15 più cinque emeriti): fra questi i vescovi di Hanoi, Yangon, Bangkok.

Città del Vaticano (AsiaNews) - Gli uomini "parlano tanto della luce, ma spesso preferiscono la tranquillità ingannatrice del buio. Questo perché la luce mette in risalto le loro opere cattive. Servono invece semi di speranza e di pace, perché non c'è futuro senza propositi e progetti di pace". Lo ha detto questa mattina papa Francesco nel corso del consueto Angelus domenicale.

"Bella domenica - ha detto il Papa - ci regala il nuovo anno! Bella giornata! Dice san Giovanni nel Vangelo che abbiamo letto oggi: 'In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l'hanno accolta'. Gli uomini parlano tanto della luce, ma spesso preferiscono la tranquillità ingannatrice del buio. Noi parliamo tanto della pace, ma spesso ricorriamo alla guerra, seguiamo il silenzio complice, oppure non facciamo nulla di concreto per costruire la pace. Infatti, disse san Giovanni, 'venne fra i suoi e i suoi non lo hanno accolto'. Perché il giudizio è questo: la luce, Gesù, è venuta nel mondo ma gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce perché le loro opere erano malvagie".

Chiunque fa il male - ha aggiunto di nuovo a braccio - "odia la luce e non viene alla luce perché non siano svelate le sue opere. Il cuore dell'uomo può rifiutare la luce e preferire le tenebre, perché la luce mette in evidenza le sue opere. Abbiamo iniziato da pochi giorni il nuovo anno nel nome della Madre di Dio, celebrando la Giornata Mondiale della Pace sul tema 'Non più schiavi, ma fratelli'. Il mio auspicio è che si superi lo sfruttamento dell'uomo da parte dell'uomo. Questo sfruttamento è una piaga sociale che mortifica i rapporti interpersonali e impedisce una vita di comunione improntata a rispetto, giustizia e carità. Ogni uomo e ogni popolo hanno fame e sete di pace. Ogni uomo e ogni popolo hanno fame e sete di pace. Pertanto è necessario e urgente costruire la pace!".

La pace, ha spiegato Francesco, "non è soltanto assenza di guerra, ma una condizione generale nella quale la persona umana è in armonia con se stessa, con la natura e con gli altri. Questa è la pace. Tuttavia, far tacere le armi e spegnere i focolai di guerra rimane la condizione inevitabile per dare inizio ad un cammino che porta al raggiungimento della pace nei suoi differenti aspetti. Penso ai conflitti che insanguinano ancora troppe regioni del Pianeta, alle tensioni nelle famiglie e nelle comunità - in quante famiglie, in quante comunità anche parrocchiali c'è la guerra! -  come pure ai contrasti accesi nelle nostre città e nei nostri paesi tra gruppi di diversa estrazione culturale, etnica e religiosa. Dobbiamo convincerci, nonostante ogni contraria apparenza, che la concordia è sempre possibile, ad ogni livello e in ogni situazione. Non c'è futuro senza propositi e progetti di pace! Non c'è futuro senza pace".

Ciascuno, ha detto ancora il Papa "deve compiere gesti di fraternità nei confronti del prossimo, specialmente di coloro che sono provati da tensioni familiari o da dissidi di vario genere. Questi piccoli gesti hanno tanto valore: possono essere semi che danno speranza, possono aprire strade e prospettive di pace. Invochiamo ora Maria, Regina della Pace. Lei, durante la sua vita terrena, ha conosciuto non poche difficoltà, legate alla quotidiana fatica dell'esistenza. Ma non ha mai smarrito la pace del cuore, frutto dell'abbandono fiducioso alla misericordia di Dio. A Maria, nostra tenera Madre, chiediamo di indicare al mondo intero la via sicura dell'amore e della pace".

Subito dopo la preghiera mariana e la benedizione, il Papa ha salutato alcuni gruppi di fedeli presenti e poi ha detto: "Come è stato già annunciato, il prossimo 14 febbraio avrò la gioia di tenere un Concistoro, durante il quale nominerò 15 nuovi cardinali che, provenienti da 14 nazioni di ogni continente, manifestano l'inscindibile legame fra la Chiesa di Roma e le Chiese particolari presenti nel mondo. Domenica 15 febbraio presiederò una solenne concelebrazione con i nuovi cardinali, mentre il 12 e il 13 febbraio terrò un Concistoro con tutti i Cardinali per riflettere sugli orientamenti e le proposte per la riforma della Curia Romana".

I nuovi cardinali sono:

1 - Mons. Dominique Mamberti, Arcivescovo titolare di Sagona, Prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica.

2 - Mons. Manuel José Macário do Nascimento Clemente, Patriarca di Lisboa (Portogallo).

3 - Mons. Berhaneyesus Demerew Souraphiel, C.M., Arcivescovo di Addis Abeba (Etiopia).

4 - Mons. John Atcherley Dew, Arcivescovo di Wellington (Nuova Zelanda).

5 - Mons. Edoardo Menichelli, Arcivescovo di Ancona-Osimo (Italia).

6 - Mons. Pierre Nguyên Văn Nhon, Arcivescovo di Hà Nôi (Viêt Nam).

7 - Mons. Alberto Suárez Inda, Arcivescovo di Morelia (Messico).

8 - Mons. Charles Maung Bo, S.D.B., Arcivescovo di Yangon (Myanmar).

9 - Mons. Francis Xavier Kriengsak Kovithavanij, Arcivescovo di Bangkok (Thailandia).

10 - Mons. Francesco Montenegro, Arcivescovo di Agrigento (Italia).

11 - Mons. Daniel Fernando Sturla Berhouet, S.D.B., Arcivescovo di Montevideo (Uruguay).

12 - Mons. Ricardo Blázquez Pérez, Arcivescovo di Valladolid (Spagna).

13 - Mons. José Luis Lacunza Maestrojuán, O.A.R., Vescovo di David (Panamá).

14 - Mons. Arlindo Gomes Furtado, Vescovo di Santiago de Cabo Verde (Arcipelago di Capo Verde).

15 - Mons. Soane Patita Paini Mafi, Vescovo di Tonga (Isole di Tonga).

Unirò inoltre, ha aggiunto il Papa, "ai membri del Collegio cardinalizio 5 arcivescovi e vescovi emeriti che si sono distinti per la loro carità pastorale nel servizio alla Santa Sede e alla Chiesa. Essi rappresentano tanti vescovi che, con la stessa sollecitudine di pastori, hanno dato testimonianza di amore a Cristo e al popolo di Dio sia nelle Chiese particolari, sia nella Curia romana, sia nel Servizio diplomatico della Santa Sede".

Essi sono:

1 - Mons. José de Jesús Pimiento Rodríguez, Arcivescovo emerito di Manizales.

2 - Mons. Luigi De Magistris, Arcivescovo titolare di Nova, Pro-Penitenziere Maggiore emerito.

3 - Mons. Karl-Joseph Rauber, Arcivescovo titolare di Giubalziana, Nunzio Apostolico.

4 - Mons. Luis Héctor Villalba, Arcivescovo emerito di Tucumán.

5 - Mons. Júlio Duarte Langa, Vescovo emerito di Xai-Xai.

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