Papa: Gesù è l'essenziale, non riduciamolo a contorno
Commentando all'Angelus la definizione di Gesù come "il pane della vita" il pontefice ha invitato a risvegliare lo stupore per il dono dell'Eucaristia nell'adorazione eucaristica. L'invito alle famiglie: "A tavola ogni giorno chiedetegli con semplicità di benedire quello che abbiamo fatto e quello che non siamo riusciti a fare".
Città del Vaticano (AsiaNews) - Gesù è il pane, cioè l'essenziale della vita. Per questo chiede di non essere “relegato a contorno”, perché “tutto della nostra vita gli interessa”. Lo ha detto questa mattina papa Francesco rivolgendosi ad alcune migliaia di fedeli riuniti in piazza San Pietro per l'appuntamento domenicale con la preghiera dell'Angelus.
Commentando il brano di Vangelo della liturgia di oggi il pontefice ha osservato che - una volta moltiplicati i pani - Gesù invita la folla a “un salto di qualità: dopo aver rievocato la manna, con cui Dio aveva sfamato i padri nel lungo cammino attraverso il deserto, ora applica il simbolo del pane a sé stesso”. Si propone loro come “il pane della vita”. “Chi ha fame - ha commentato - non chiede cibi raffinati e costosi: chiede pane. Chi è senza lavoro non chiede stipendi enormi, ma il 'pane' di un impiego. Gesù si rivela come il pane, cioè l’essenziale, il necessario per la vita di ogni giorno”.
Non un semplice pane, ma il pane della vita: “Noi, senza di Lui - ha aggiunto Francesco - più che vivere, vivacchiamo: perché solo Lui ci nutre l’anima, solo Lui ci perdona da quel male che da soli non riusciamo a superare, solo Lui ci fa sentire amati anche se tutti ci deludono, solo Lui ci dà la forza di amare e perdonare nelle difficoltà, solo Lui dà al cuore quella pace di cui va in cerca, solo Gesù dà la vita per sempre quando la vita quaggiù finisce”.
Sono parole che manifesteranno pienamente il loro significato nell'Ultima Cena: “Risvegliano in noi - ha detto ancora il papa - lo stupore per il dono dell’Eucaristia. Nessuno in questo mondo, per quanto ami un’altra persona, può farsi cibo per lei. Dio lo ha fatto, e lo fa, per noi. Rinnoviamo questo stupore. Facciamolo adorando il Pane di vita, perché l'adorazione riempie la vita di stupore”.
Eppure il Vangelo racconta che chi ascoltava Gesù rimase scandalizzato. “Anche noi - ha ammonito il pontefice - forse ci scandalizziamo: ci farebbe più comodo un Dio che sta in Cielo senza immischiarsi, mentre noi possiamo gestire le faccende di quaggiù. Invece Dio si è fatto uomo per entrare nella concretezza del mondo. Tutto della nostra vita gli interessa. Gli possiamo raccontare gli affetti, il lavoro, la giornata, ogni cosa. Gesù desidera questa intimità con noi”.
Il pane della vita non vuole essere “relegato a contorno”, venire “chiamato in causa solo quando ne abbiamo bisogno”. Per questo Francesco ha concluso invitando le famiglie a riscoprire la preghiera quando si prende il cibo insieme: “Sarebbe bello, prima di spezzare il pane, invitare Gesù, pane di vita, chiedergli con semplicità di benedire quello che abbiamo fatto e quello che non siamo riusciti a fare. Invitiamolo a casa, preghiamo in stile 'domestico'. Gesù sarà a mensa con noi e saremo sfamati da un amore più grande”.