24/09/2024, 12.07
MYANMAR
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Papa: 'Ho chiesto la liberazione di Aung San Suu Kyi offrendo ospitalità in Vaticano'

Nel colloquio con i gesuiti avvenuto a Jakarta e pubblicato oggi da "La Civiltà Cattolica" il pontefice - rispondendo a una domanda di un confratello birmano - ha raccontato di aver chiesto la scarcerazione del premio Nobel per la pace reclusa in una località sconosciuta alla sua stessa famiglia. "In Myanmar oggi non si può stare in silenzio: il futuro del Paese deve essere la pace fondata sul rispetto di un ordine democratico".

Roma (AsiaNews) - Papa Francesco ha chiesto la scarcerazione della leader democratica del Myanmar, Aung San Suu Kyi, arrestata durante il colpo di Stato da parte dell’esercito a febbraio 2021. “Io ho chiesto la liberazione della signora Aung San Suu Kyi e ho ricevuto il figlio a Roma. Ho offerto il Vaticano per accoglierla nel nostro territorio”, ha affermato il pontefice durante una conversazione avuta con i confratelli gesuiti a Jakarta, in Indonesia, nel corso del suo recente viaggio in Asia e Oceania e riportata oggi da La civiltà cattolica.

“Sono stato in Myanmar e lì ho parlato con la signora Aung San Suu Kyi, che era primo ministro e che adesso è in carcere”, ha spiegato il papa riferendosi al viaggio effettuato a dicembre 2017, quando nel Paese del sud-est asiatico era al potere la Lega nazionale per la democrazia. “Poi sono andato a far visita al Bangladesh, e lì ho incontrato i Rohingya che sono stati cacciati via”, ha continuato ancora il pontefice, parlando della minoranza di fede islamica perseguitata dall’esercito birmano.

Rispondendo alla domanda di un confratello dal Myanmar che chiedeva consiglio su che cosa fare dopo tre anni di conflitto civile, papa Francesco ha ammesso che “non c’è una risposta universale alla tua domanda”, ma ha ribadito la necessità della pace: “In Myanmar oggi non si può stare in silenzio: bisogna fare qualcosa! Il futuro del tuo Paese deve essere la pace fondata sul rispetto della dignità e dei diritti di tutti, sul rispetto di un ordine democratico che consenta a ciascuno di dare il suo contributo al bene comune”.

Il golpe da parte della giunta militare ha messo fine a un decennio di aperture democratiche e dato avvio a un conflitto interno che, secondo le stime delle Nazioni unite, sta facendo sempre più vittime tra i civili. In base al rapporto dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Volker Turk, tra aprile 2023 e giugno 2024 le uccisioni sono aumentate del 50%. Nello stesso periodo sono state arrestate almeno 9mila persone che si presume siano state trasferite in centri di addestramento militari.

Aung San Suu Kyi, 79 anni, premio Nobel per la pace nel 1991, dopo 15 anni di detenzione per essersi opposta alla dittatura militare, è stata eletta per la prima volta alle elezioni suppletive del 2012. Tre anni dopo, il suo partito, la Lega nazionale per la democrazia, ha ottenuto una vittoria schiacciante in quelle che sono considerate le prime elezioni libere del Paese. Assunto il ruolo di Consigliera di Stato (le era stata vietata la carica di presidente) ha cominciato ad apportare una serie di riforme democratiche. 

La situazione politica è precipitata all’inizio del 2021, quando i militari hanno accusato Aung San Suu Kyi di una serie di crimini fittizi per i quali rischia fino a 30 anni di carcere. Nonostante la notizia che ad aprile sia stata posta agli arresti domiciliari, la sua stessa famiglia non ha idea di dove si trovi esattamente. Sono sconosciute le sue attuali condizioni di salute, dopo che le è stato impedito di avere contatti con l’esterno, inclusi i suoi avvocati.

“In questo momento la signora è un simbolo. E i simboli politici sono da difendere”, ha aggiunto il pontefice rivolto al giovane gesuita birmano. “Ti ricordi quella suora in ginocchio con le mani alzate davanti ai militari? Ha fatto il giro del mondo. Prego per voi giovani, perché siate coraggiosi così. La Chiesa del vostro Paese è coraggiosa”.

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