03/04/2017, 11.18
VATICANO
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Papa: “fermiamoci” nel giudicare gli altri e seguiamo Gesù, “pienezza” della legge, che usa “misericordia”

Cristo che dice alla peccatrice: “Io non ti condanno. Non peccare più” è “la pienezza della legge, non quella degli scribi e farisei che avevano corrotto la sua mente facendo tante leggi, tante leggi, senza lasciare spazio alla misericordia”.

Città del Vaticano (AsiaNews) – “Fermiamoci” nel giudicare “nel cuore gli altri” e seguiamo Gesù, che usa “misericordia” e Lui è la “pienezza” della legge. L’ha detto papa Francesco nella messa celebrata stamattina a Casa santa Marta, commentando il passo del Vangelo di Giovanni nel quale Cristo, a proposito della donna sorpresa in adulterio, dice a chi l’accusa: “Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei” e sul brano del libro del profeta Daniele nel quale due anziani giudici del popolo avevano orchestrato un “adulterio finto, fittizio” contro Susanna. Lei è costretta a scegliere tra la “fedeltà a Dio e alla legge” e “salvare la vita”: era comunque fedele al marito, anche se forse era una donna che aveva altri peccati, “perché tutti siamo peccatori” e “l’unica donna che non ha peccato è la Madonna”.

Nei due episodi s’incontrano dunque “innocenza, peccato, corruzione e legge”, perché “in ambedue i casi i giudici erano corrotti”. “Sempre ci sono stati nel mondo giudici corrotti … Anche oggi in tutte le la parti del mondo ce ne sono. E questi … Perché viene la corruzione in una persona? Perché una cosa è il peccato: ‘Io ho peccato, scivolo, sono infedele a Dio, ma poi cerco di non fare di più o cerco di sistemarmi con il Signore o almeno so che non sta bene’. Ma la corruzione è quando il peccato entra, entra, entra, entra nella tua coscienza e non ti lascia posto neppure per l’aria”.

Tutto, cioè, “diventa peccato”: questo “è corruzione”. I corrotti, ha ribadito il Papa, credono “con impunità” di far bene. Nel caso di Susanna, gli anziani giudici “erano corrotti dai vizi della lussuria” minacciandola di rendere “falsa testimonianza” contro di lei. Non è, poi, il “primo caso” nel quale nelle Scritture appaiano false testimonianze: come proprio Gesù, “condannato a morte con falsa testimonianza”. Nel caso della vera adultera, troviamo ad accusarla altri giudici che “avevano perso la testa” facendo crescere in loro un’interpretazione della legge “tanto rigida che non lasciava spazio allo Spirito Santo”: cioè “corruzione di legalità, di legalismo, contro la grazia”. E poi c’è Gesù, vero Maestro della legge di fronte ai giudici falsi, che avevano “pervertito il cuore” o che davano sentenze ingiuste “opprimendo gli innocenti e assolvendo i malvagi”. “Gesù dice poche cose, poche cose. Dice: ‘Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei’. E alla peccatrice: ‘Io non ti condanno. Non peccare più’. E questa è la pienezza della legge, non quella degli scribi e farisei che avevano corrotto la sua mente facendo tante leggi, tante leggi, senza lasciare spazio alla misericordia. Gesù è la pienezza della legge e Gesù giudica con misericordia”.

Lasciando libera la donna innocente, a cui Gesù dice “Mamma” perché – ha spiegato  Francesco - “sua madre è l’unica innocente”, ai giudici corrotti si riservano “parole non belle” per bocca del profeta: “Invecchiati nei vizi”. L’invito del Papa è allora a pensare alla malvagità “con la quale i nostri vizi giudicano la gente”. “Anche noi giudichiamo nel cuore gli altri, eh? Siamo corrotti? O ancora no? Fermatevi. Fermiamoci. E guardiamo Gesù che sempre giudica con misericordia: ‘Neppure io ti condanno. Va’ in pace e non peccare più’”.

 

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