19/01/2025, 13.50
VATICANO
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Papa sulla tregua a Gaza: 'Gratitudine ai mediatori. Raggiungere soluzione a due Stati'

All'Angelus Bergoglio acclama la tregua, dopo quindici mesi di forti e incessanti appelli per la pace. "Quanto è stato concordato venga rispettato subito dalle parti". Oggi Hamas libera tre giovani israeliane, si attende la lista dei circa 90 prigionieri palestinesi. Nella Striscia giugano aiuti umanitari "velocemente e in grande quantità".

Città del Vaticano (AsiaNews) - Sembrano risuonare ancora oggi le parole pronunciate incessantemente da papa Francesco negli ultimi quindici mesi. “Siano liberati gli ostaggi”, “La guerra è una sconfitta”, “Continuiamo a pregare per la pace”, “Cessate il fuoco su tutti i fronti di guerra”. Oggi uno spiraglio di pace è realtà, con l’entrata in vigore della tregua tra Israele e Hamas, formalizzata nei giorni scorsi. “Esprimo gratitudine a tutti i mediatori. È un bel lavoro questo di mediare perché si faccia la pace”, ha detto stamane il pontefice dopo la recita della preghiera mariana dell’Angelus, in una giornata romana uggiosa, invernale.

“Ringrazio tutte le parti coinvolte in questo importante risultato”, ha continuato Bergoglio, che si è lasciato andare alla gratitudine per il risultato del silenzio delle armi, tanto desiderato dal 7 ottobre 2023. “Auspico che quanto è stato concordato venga rispettato subito dalle parti e che tutti gli ostaggi possano tornare finalmente a casa e riabbracciare i loro cari”. Dopo un iniziale ritardo, la tregua è diventata effettiva alle 11:15 ora locale. Doron Steinbrecher, 31 anni, Emily Damari, 28 anni, e Romi Gonen, 24 anni, solo le tre giovani che saranno liberate oggi da Hamas; ora si attende la lista dei circa 90 prigionieri palestinesi per lo scambio. “Prego tanto per loro e per le loro famiglie”, ha aggiunto.

In queste ore gli aiuti umanitari cominciano a giungere nella striscia, con camion e autocisterne che passano il valico di Rafah, chiuso dallo scorso maggio. Fonti egiziane dicono che “182 camion umanitari sono entrati attraverso i valichi di Karam Abu Salem e Al-Awja”. “Spero pure che gli aiuti umanitari raggiungano ancora più velocemente e in grande quantità la popolazione di Gaza, che ne ha tanta urgenza”, ha affermato oggi papa Francesco, che ha rilanciato la speranza che i due popoli possa vivere in pace l’uno accanto all’altro. “Sia gli israeliani che i palestinesi hanno bisogno di chiari segni di speranza: auspico che le autorità politiche di entrambi, con l’aiuto della comunità internazionale, possano raggiungere la giusta soluzione per i due Stati”, ha continuato. “Tutti possano dire: sì al dialogo, sì alla riconciliazione, sì alla pace. E preghiamo per questo: per il dialogo, la riconciliazione e la pace”.

Poi, un pensiero è stato dedicato ad altri passi di pace intrapresi nel mondo. Ognuno di questi è un “gesto di grande speranza che concretizza una delle intenzioni di questo anno giubilare”. Sono 127 i prigionieri rilasciati nelle ultime ore a Cuba, nel contesto di una mediazione con la Chiesa cattolica. “Auspico che nei prossimi mesi si continui a intraprendere, nelle diverse parti del mondo, iniziative di questo genere, che infondano fiducia al cammino delle persone e dei popoli”, ha detto papa Francesco. Ma la strada per giungere alla pace è ancora lunga. “In questi giorni di preghiera per l’unità dei cristiani, non cessiamo di invocare da Dio il dono prezioso della piena comunione tra tutti i discepoli del Signore. E preghiamo sempre per la martoriata Ucraina, per la Palestina, Israele, il Myanmar e per tutte le popolazioni che soffrono per la guerra”, ha aggiunto infine. 

Prima della recita dell’Angelus papa Francesco ha commentato il Vangelo del giorno (Gv 2,1-11), che narra del primo miracolo di Gesù, ovvero la trasformazione dell’acqua in vino durante una festa di nozze a Cana di Galilea. Il pontefice ha portato l’attenzione su due aspetti presenti nel brano: la mancanza e l’abbondanza. “Alla mancanza dell’uomo come risponde Dio? Con la sovrabbondanza. Dio non è tirchio! Quando dà, dà tanto. Non ti dà un pezzettino, ti dà tanto. Alle nostre mancanze, il Signore risponde con la sua sovrabbondanza”, ha detto. Il vino che manca nella vita dei cristiani può rappresentare l’assenza di forze, la presenza di preoccupazioni. “Sembra una contraddizione: più in noi c’è mancanza, più c’è la sovrabbondanza del Signore. Perché il Signore vuole fare la festa con noi, una festa che non avrà fine”.

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