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VATICANO
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Papa sulla Cop29 di Baku: 'Contribuisca alla tutela della casa comune'

Bergoglio dopo l'Angelus ha ricodato la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, in Azerbaigian dall'11 al 22 novembre. Ricordati anche due eventi naturali estremi: l'alluvione di Valencia e l'eruzione del vulcano Lewotobi in Indonesia. L'invito a pregare per la pace "nel mondo intero". Nel commento al Vangelo odierno: autorità è "tenerezza materna e paterna verso i bisognosi".

Città del Vaticano (AsiaNews) - “Una domanda soltanto”. Che intende stimolare una riflessione, sui sempre più frequenti fenomeni climatici estremi, e sulla solidarietà umana. “Avete pregato per Valencia? Avete pensato di fare qualche contributo per aiutare quella gente?”. Come aveva fatto la scorsa domanda, anche oggi dopo la recita dell’Angelus, Papa Francesco si è rivolto ai fedeli in ascolto interrogandoli, portando l’attenzione agli effetti della tempesta Dana, che ha causato almeno 223 vittime. “Rinnovo anche il mio ricordo per gli abitanti di Valencia, e di altre parti della Spagna, che stanno affrontando le conseguenze dell’alluvione”, ha detto ricordando l’avvio di tre anni fa della piattaforma di azione Laudato Si’, per la cura della casa comune.

“Ringrazio quanti operano in favore di questa iniziativa”, ha continuato il Pontefice, rammentando lo strumento che si propone di essere “uno spazio condiviso in cui la Chiesa sviluppa una risposta decisa e attiva alla crisi ecologica, così urgentemente illustrata nell’enciclica Laudato Si’ di Papa Francesco”. La seconda lettera enciclica di Bergoglio, pubblicata nel 2015, è quanto mai attuale, e ricorda l’urgenza di agire subito. “A tale proposito auspico che la conferenza sui cambiamenti climatici Cop29 che inizierà domani a Baku, dia un contributo efficace per la tutela della nostra casa comune”, ha aggiunto in riferimento alla Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, che si svolgerà da domani 11 novembre fino al 22 nella capitale azera.

“Sono vicino alla popolazione dell’isola di Flores, in Indonesia, colpita dell’eruzione di un vulcano. Prego per le vittime, i loro famigliari, gli sfollati”. Questo è il ricordo espresso dal Santo Padre per un altro evento naturale con conseguenza tragiche: l’eruzione dei giorni scorsi del vulcano Lewotobi Laki-laki in Indonesia che ha provocato dieci vittime, tra cui sr. Nikolin Padjo, Missionaria Serva dello Spirito Santo, e numerosi feriti e sfollati. 

“Sono preoccupanti le notizie che giungono dal Mozambico. Invito tutti al dialogo, alla tolleranza, e all’instancabile ricerca di soluzioni giuste”. Oggi lo sguardo del Vescovo di Roma rivolto alle situazioni internazionali si è soffermato anche sul Mozambico, dove le violenze di polizia ed esercito hanno provato almeno 30 vittime durante le proteste che hanno seguito le elezioni del 9 ottobre, che denunciano le frodi. È stato confermato al potere il partito Fronte di Liberazione del Mozambico (Frelimo). “Preghiamo per l’intera popolazione mozambicana, affinché la presente situazione non faccia smarrire la fiducia nel cammino della democrazia, della giustizia e della pace”, ha affermato.

Ricordato anche il beato don Giuseppe Torres Padilla, cofondatore della congregazione delle suore della compagnia della croce, proclamato ieri a Siviglia. "Vissuto nella Spagna dell’800 si distinse come sacerdote confessore e guida spirituale, testimoniando grande carità ai bisognosi. Il suo esempio sostenga soprattutto i sacerdoti nel loto ministro. Un applauso al nuovo beato", ha detto Bergoglio, chiedendo ai fedeli di festeggiare la nuova beatificazione.

E non è mancato un invito a pregare per la pace “nel mondo intero”, nei luoghi in guerra dove le violenze non si placano neppure difronte alle persone più vulnerabili. “Per la martoriata Ucraina, dove vengono colpiti anche ospedali e altri edifici civili”, ha detto Bergoglio. “E anche preghiamo per la Palestina, Israele, il Libano, Myanmar, Sudan”. Poi, un pensiero alla Giornata del ringraziamento che celebra oggi la Chiesa Italiana, e che vuole essere momento di riconoscenza per le benedizioni del raccolto e dell'anno precedente. “Esprimo gratitudine al mondo agricolo e incoraggio a coltivare la terra in modo da custodirne la fertilità anche per le generazioni future”.

Appena affacciato alla finestra del palazzo apostolico Papa Francesco ha commentato il Vangelo del giorno (Mc 12,38-44). Nel brano Gesù parlando alla folla al tempio critica l’incoerenza degli scribi. “A questi ultimi era affidato un ruolo importante nella comunità d’Israele: leggevano, trascrivevano e interpretavano le Scritture”, ha detto. “Alcuni, infatti, forti del prestigio e del potere di cui godevano, guardavano gli altri “dall’alto in basso” - ha aggiunto -. E loro si davano delle arie e, nascondendosi dietro una facciata di finta rispettabilità e di legalismo, si arrogavano dei privilegi”. 

“Da queste persone proprio Gesù raccomanda di stare alla larga, di guardarsi bene, di non imitarle”, ha continuato. Soffermandosi sul significato di “autorità” che Gesù vuole insegnare con le sue parole. “Ne parla in termini di sacrificio di sé e di servizio umile, di tenerezza materna e paterna nei confronti delle persone, specialmente di quelle più bisognose”. E ancora: “Gesù invita chi ne è investito a guardare gli altri, dalla propria posizione di potere, non per umiliarli, ma per risollevarli, dando loro speranza e aiuto”. Infine, un’invocazione affinché si riesca a “fare il bene senza apparire e farlo con semplicità”: “La Vergine Maria ci aiuti a combattere in noi stessi la tentazione dell’ipocrisia. Gesù dice a loro (gli scribi, ndr) ipocriti: è una grande tentazione l’ipocrisia”.

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