Papa dal Gemelli: 'C'è tanta luce negli ospedali e nei luoghi di cura'
Sono "rimaste stabili" le condizioni di Bergoglio, ricoverato a Roma dal 14 febbraio. "Sto affrontando un periodo di prova, e mi unisco a tanti fratelli e sorelle malati", dice oggi nel testo dell'Angelus. Il ricordo dei "Paesi feriti dalla guerra".
Città del Vaticano (AsiaNews) - Anche oggi, seconda domenica di Quaresima, il testo dell’Angelus è stato diffuso nonostante il ricovero di papa Francesco al policlinico Gemelli di Roma. “Sto affrontando un periodo di prova, e mi unisco a tanti fratelli e sorelle malati: fragili, in questo momento, come me”, dice il pontefice. L’ultimo bollettino medico parla di condizioni cliniche “rimaste stabili”, come succede da diversi giorni. Le terapie a cui è sottoposto, inoltre, fanno registrare “graduali miglioramenti”, ha comunicato ieri sera la Sala Stampa della Santa Sede.
“Il nostro fisico è debole ma, anche così, niente può impedirci di amare, di pregare, di donare noi stessi, di essere l’uno per l’altro, nella fede, segni luminosi di speranza”, continua papa Francesco rivolgendosi alle tante persone malate. “Quanta luce risplende, in questo senso, negli ospedali e nei luoghi di cura! Quanta attenzione amorevole rischiara le stanze, i corridoi, gli ambulatori, i posti dove si svolgono i servizi più umili!”. Bergoglio invita quindi i fedeli, dal suo ricovero al Gemelli, “a dare […] lode al Signore, che mai ci abbandona e che nei momenti di dolore ci mette accanto persone che riflettono un raggio del suo amore”.
Poi, è il turno dei ringraziamenti. “Vi ringrazio tutti per le vostre preghiere, e ringrazio coloro che mi assistono con tanta dedizione”. Un pensiero particolare è dedicato ai più piccoli. “So che pregano per me tanti bambini; alcuni di loro oggi sono venuti qui al Gemelli in segno di vicinanza. Grazie, carissimi bambini! Il Papa vi vuole bene e aspetta sempre di incontrarvi”. Sulla statua di papa Wojtyla che dal 2009 è simbolo dell’ospedale romano - opera dello sculture toscano Stefano Pierotti intitolata “Non abbiate paura” - sono molti i messaggi lasciati al pontefice dal 14 febbraio.
E ancora un appello per la pace. “Continuiamo a pregare per la pace, specialmente nei Paesi feriti dalla guerra - ha aggiunto Bergoglio -. Nella martoriata Ucraina, in Palestina, Israele, Libano, Myanmar, Sudan, Repubblica Democratica del Congo”. E un pensiero è stato indirizzato anche per la Chiesa. “Preghiamo per la Chiesa, chiamata a tradurre in scelte concrete il discernimento fatto nella recente Assemblea Sinodale. Ringrazio la Segreteria Generale del Sinodo, che nei prossimi tre anni accompagnerà le Chiese locali in questo impegno”, ha aggiunto papa Francesco, ricordando questo importante appuntamento.
All’inizio del testo, commentando la Parola del giorno (Lc 9,28b-36), papa Francesco ha detto: “Il Vangelo ci parla della Trasfigurazione di Gesù. Salito in cima a un monte con Pietro, Giacomo e Giovanni, Gesù si immerge nella preghiera e diventa raggiante di luce”. Aggiungendo: “Così mostra ai discepoli che cosa si cela dietro i gesti che Egli compie in mezzo a loro: la luce del suo amore infinito”. La stessa luce - tanta - che il pontefice intravede nei “luoghi di cura”. Il testo si conclude con una supplica: “La Vergine Maria ci custodisca e ci aiuti ad essere, come Lei, portatori della luce e della pace di Cristo”.
30/03/2023 10:50