11/02/2025, 13.46
VATICANO
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Papa contro le deportazioni di Trump: 'Inizia male e finirà male'

In una lettera ai vescovi Usa la condanna esplicita del programma di espulsioni che "identifica lo status illegale di alcuni migranti con la criminalità". L'appello ai cattolici a non cedere a "narrazioni che discriminano e causano sofferenze inutili". "L'amore cristiano non è un'espansione concentrica di interessi". Guardare solo all'identità nazionale "distorce la vita sociale e impone la volontà dei più forti come criterio di verità".

Città del Vaticano (AsiaNews) –  La coscienza del cristiano “non può fare a meno di esprimere un giudizio critico e manifestare il proprio dissenso rispetto a qualsiasi misura che tacitamente o esplicitamente identifichi lo status illegale di alcuni migranti con la criminalità”. Lo scrive papa Francesco in una lettera inviata ai vescovi degli Stati Uniti e diffusa dalla Sala Stampa vaticana in cui il pontefice fa espressamente riferimento alla “grave crisi” venutasi a creare negli Stati Uniti con “l'avvio di un programma di deportazioni di massa” voluto dall’amministrazione Trump, che altre ai latinos sta colpendo anche tanti migranti provenienti dall'Asia.

Nel testo il pontefice riconosce “di una nazione di difendersi e mantenere sicure le comunità da coloro che hanno commesso crimini violenti o gravi mentre si trovavano nel Paese o prima dell'arrivo”. Ma “l'atto di deportare persone che in molti casi hanno lasciato la propria terra per motivi di estrema povertà, insicurezza, sfruttamento, persecuzione o grave deterioramento dell'ambiente – ammonisce - danneggia la dignità di molti uomini e donne, e di intere famiglie, e li pone in uno stato di particolare vulnerabilità”.

“Un autentico Stato di diritto – aggiunge ancora il papa - si verifica proprio nel trattamento dignitoso che tutte le persone meritano, soprattutto i più poveri e marginalizzati. Ciò non impedisce lo sviluppo di una politica che regoli una migrazione ordinata e legale. Ma questo sviluppo non può avvenire attraverso il privilegio di alcuni e il sacrificio di altri. Quello che si costruisce sulla base della forza, e non sulla verità dell’uguale dignità di ogni essere umano, inizia male e finirà male”.

Francesco ricorda anche che “l'amore cristiano non è un'espansione concentrica di interessi che gradualmente si estendono ad altre persone e gruppi” e che “la persona umana non è un semplice individuo, moderatamente socievole, con alcuni sentimenti filantropici”. Ogni persona “è un soggetto con una propria dignità che “attraverso la relazione costitutiva con tutti, specialmente con i più poveri, può gradualmente maturare nella sua identità e vocazione”. Al di fuori di questa antropologia “preoccuparsi dell'identità personale, comunitaria o nazionale - spiega con una chiara allusione all’America First di Donald Trump - introduce facilmente un criterio ideologico che distorce la vita sociale e impone la volontà dei più forti come criterio di verità”.

Nella lettera papa Francesco loda il lavoro svolto dai vescovi degli Stati Uniti “a stretto contatto con i migranti e i rifugiati, proclamando Gesù Cristo e promuovendo i diritti umani fondamentali. Dio ricompenserà abbondantemente - scrive - tutto ciò che fate per la protezione e la difesa di coloro che sono considerati meno preziosi, meno importanti o meno umani”. Ma esorta anche tutti i fedeli della Chiesa cattolica e ogni persona di buona volontà “a non cedere alle narrazioni che discriminano e causano sofferenze inutili ai nostri fratelli e sorelle migranti e rifugiati. Con carità e chiarezza siamo tutti chiamati a vivere nella solidarietà e nella fraternità, a costruire ponti che ci avvicinino sempre di più, a evitare muri di ignominia e ad imparare a dare la nostra vita come Gesù Cristo ha dato la sua per la salvezza di tutti”.

Il pontefice affida, infine, a Nostra Signora di Guadalupe - il titolo mariano più caro ai popoli nativi delle Americhe - la protezione delle persone e delle famiglie “che vivono nella paura o nel dolore a causa della migrazione e/o della deportazione. Possa la Virgen morena, che sapeva riconciliare i popoli quando erano in inimicizia, concedere a tutti noi di ritrovarci come fratelli e sorelle, nel suo abbraccio, e così fare un passo in avanti nella costruzione di una società più fraterna, inclusiva e rispettosa della dignità di tutti”.

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