30/06/2024, 13.37
VATICANO
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Papa all'Angelus: 'Ciascuno sia amato senza aggettivi'

Da un'assolata piazza San Pietro il ricordo dei martiri di oggi, i quali soffrono "fecondando così la Chiesa". La preghiera affinché quanti desiderano la guerra "si convertano a progetti di dialogo e di pace". Sulla Parola del giorno: "Dio non discrimina nessuno perché ama tutti".

Città del Vaticano (AsiaNews) - Dopo la recita dell’Angelus di oggi, ultima domenica del mese di giugno in cui si ricordano i Santi Primi martiri della santa Chiesa di Roma, Papa Francesco ha  affermato che “anche noi viviamo in un tempo di martirio. Ancor più dei primi secoli”. Il Pontefice ha ricordati i numerosi fratelli e sorelle che nel mondo subiscono discriminazioni e persecuzione a causa della fede. Oltre 365 milioni sarebbero i cristiani perseguitati nel mondo, dice infatti il report annuale di Open Doors. “Fecondando così la Chiesa. Altri poi affrontano un martirio a guanti bianchi (cacciati “in modo elegante”, ndr). Sosteniamoli con la nostra preghiera e lasciamoci ispirare dalla loro testimonianza di amore per Cristo”, ha detto Bergoglio.

Anche questo primo mese estivo si conclude con un’invocazione affinché vi sia presto la pace nei luoghi sferzati dalle violenze. “In quest’ultimo giorno di giugno imploriamo il Sacro Cuore di Gesù di toccare i cuori di quanti vogliono la guerra, perché si convertano a progetti di dialogo e di pace”, ha affermato il vescovo di Roma. Ricordati quindi i Paesi che vivono nel vortice dei conflitti e delle sofferenze. “Fratelli e sorelle, non dimentichiamo la martoriata Ucraina, Palestina, Israele, Myanmar, e tanti altri posti dove si soffre tanto a causa della guerra”.

Papa Francesco ha aperto il collegamento odierno dalla finestra del palazzo Apostolico Vaticano con il commento al Vangelo del giorno (Mc 5, 21-43). Il brano dell’evangelista Marco preso in esame narra di due miracoli compiuti da Gesù, che “sembrano essere intrecciati fra loro”. Il primo riguarda la guarigione di una donna emorroissa, la quale gli tocca il mantello, il secondo è la resurrezione della figlioletta di Giairo, uno dei capi della sinagoga, gravemente malata. Due guarigioni raccontate in un unico episodio. “Entrambe avvengono attraverso il contatto fisico. Infatti, la donna tocca il mantello di Gesù e Gesù prende per mano la fanciulla. Per quale motivo è importante questo toccare?”, si è chiesto il Pontefice. Anzitutto perché le due donne sono considerate “impure”, secondo la cultura del tempo. “Prima ancora della guarigione fisica, Egli mette in crisi una concezione religiosa sbagliata, secondo cui Dio separa i puri da una parte e gli impuri dall’altra”, continua. Dio infatti non separa le persone e l’impurità non riguarda il corpo, ma semmai “viene da un cuore impuro”. 

Il Santo Padre ha suggerito a quanti in ascolto di imparare che “davanti alle sofferenze del corpo e dello spirito, alle ferite dell’anima, alle situazioni che ci schiacciano”, Dio non si tiene a distanza dagli essere umani, ma, al contrario, “Egli si avvicina per farsi toccare e per toccarci, e sempre ci rialza dalla morte”. “Egli non discrimina nessuno perché ama tutti”, ha aggiunto Francesco. Alla fine del commento una serie di domande sono state condivise, per stimolare la riflessione personale. Tra queste: “Entriamo in relazione con i fratelli offrendo loro una mano per rialzarsi, oppure ci teniamo a distanza ed etichettiamo le persone in base ai nostri gusti e alle nostre preferenze?”. “Vi faccio una domanda: Dio, il Signore Gesù, etichetta le persone? Ognuno risponda”, ha aggiunto Bergoglio. “Abbiamo bisogno di Chiesa e società che non escludono nessuno, che non trattano nessuno da impuro, perché ciascuno, con la propria storia, sia accolto e amato senza etichette, senza pregiudizi. Sia amato senza aggettivi”.

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