P. Ticozzi: 'Il governo cinese vuole il controllo assoluto sulla Chiesa’
Mentre si rincorrono le voci su un imminente accordo fra Pechino e Santa Sede, rimangono fortissimi i dubbi sulla effettiva libertà che il Partito potrebbe garantire ai cattolici cinesi. Bisogna pregare per loro, per l’unità della Chiesa e per il discernimento dei pastori locali. La Cina “continua a considerarsi il centro assoluto del mondo”. L’opinione di un missionario, grande esperto dell’Impero di Mezzo.
Roma (AsiaNews) – Il possibile accordo fra Cina e Vaticano “non cambia la realtà dei fatti. Il governo cinese vuole il controllo assoluto sulla Chiesa cattolica e sull’episcopato". Ne è convinto p. Sergio Ticozzi, grande esperto di Cina e missionario del Pime. In questa intervista, sottolinea le criticità di un compromesso con il Partito: “Se ora il Vaticano è pronto a riconoscere vescovi con amante e figli, obbedienti innanzitutto ad esso e pedine politiche fin dal seminario, in futuro non farà problemi ad accettare ogni candidato che le autorità cinesi proporranno e per le diocesi da loro fissate”.
Da diverso tempo sono più insistenti le voci di un raggiunto accordo fra Cina e Santa Sede (sulle nomine dei vescovi). Nello stesso tempo assistiamo in Cina a una recrudescenza di violenze verso i fedeli – soprattutto sotterranei – e le altre religioni. Quanto sono credibili queste voci?
Tutti già sanno dell’esistenza di un testo che è oggetto di discussione negli incontri tra le delegazioni del Vaticano e del Governo cinese. Il suo contenuto non è ancora noto nei dettagli ma, a quanto è riferito dalle autorità ufficiali ecclesiastiche, tratta del modo di nominare i vescovi. Ma per questo le autorità cinesi richiedono la legittimazione dei sette vescovi illegittimi di cui tre scomunicati. Il Vaticano sembra molto desideroso di fare questo, con lo scopo di evitare la continuazione di ordinazioni episcopali illegittime e quindi il pericolo di uno scisma.
Il governo cinese approfitta di questo e dell’emotività di Papa Francesco, e sa che, se ora il Vaticano è pronto a riconoscere vescovi con amante e figli, obbedienti innanzitutto ad esso e pedine politiche fin dal seminario, in futuro non farà problemi ad accettare ogni candidato che le autorità cinesi proporranno e per le diocesi da loro fissate (la suddivisione delle diocesi è spesso un’istanza molto complessa e non sembra che i membri della delegazione vaticana sappiano tanto di geografia ecclesiastica cinese).
L’episcopato cinese e la Chiesa cattolica continueranno quindi ad essere sotto il loro controllo assoluto. Oltre alla nomina dei vescovi, ci sono poi altri problemi, come quelli dell’ufficializzazione dei vescovi clandestini (ce ne sono 35 di cui 19 attivi), la registrazione del clero clandestino, il ruolo dell’Associazione patriottica, ecc.: non so se e come vengono trattati nell’accordo o rimandati. Temo che l’ambiguità del Vaticano sui principi di autonomia e indipendenza della Chiesa cinese venga purtroppo mantenuta.
Come si concilia la spinta verso l’accordo e il perdurare della persecuzione e del controllo verso le religioni e i cattolici? E questo sia per la Cina che per il Vaticano…
La perplessità nasce dal fatto che, mentre il Vaticano sembra molto ottimista, le autorità cinesi stanno limitando fortemente la libertà della pratica religiosa, trasferendone il pieno controllo dal Governo al Partito comunista. Tutti sono al corrente delle presenti restrizioni per l’educazione religiosa dei bambini, per il controllo dell’amministrazione delle chiese e l’interferenza negli affari religiosi a nome della ‘sinicizzazione’.
Questo dimostra che in Cina esistono due posizioni opposte: il ministero degli esteri che spinge in un senso mentre il Partito con il Dipartimento del Fronte unito e l’Amministrazione statale per gli affari religiosi che gli si oppongono a livello pratico. L’attuazione quindi di un qualsiasi accordo sarà molto difficile, se non impossibile, a meno che il Vaticano si accontenti di teoria.
Si dice che grazie a questo accordo il Vaticano favorisca una maggiore unità della Chiesa in Cina. È così? Qual è lo stato dell’unità della Chiesa in Cina?
La preoccupazione del Vaticano è indubbiamente di evitare uno scisma eliminando ordinazioni episcopali illegittime: in questo intende favorire l’unità della Chiesa in Cina. Di fatto, però, non sembra tenere in considerazione il dato concreto della divisione della Chiesa e dell’esistenza della sua sezione non ufficiale. A molti dà l’impressione che faccia il gioco delle autorità cinesi e cooperi nel loro intento di eliminarla. Rimane poi lo stato di confusione nei fedeli: come trattare vescovi e clero che si dicono fedeli al Santo Padre, ma che aderiscono ai principi di autonomia e indipendenza dell’Associazione patriottica e obbediscono in tutto al Partito? Appartengono alla Chiesa cattolica universale o a una chiesa nazionale?
La Cina viene vista come la imminente superpotenza mondiale che scalzerà gli Stati Uniti. Fino a poco tempo fa, gli analisti pensavano che via via che la Cina si sarebbe aperta al mondo e al liberalismo economico, ci sarebbe stata più libertà politica e religiosa… Invece la Cina sembra offrire un altro modello: benessere economico, controllo sociale, controllo dei media, delle religioni…
L’inconscio del popolo cinese, dai capi al cittadino comune, inconscio creato dalla sua storia imperiale, è di essere l’“Impero di centro”, cioè il ‘Centro del mondo”, a cui gli altri stati “portano tributi” e a questo tutti i cinesi aspirano. Numericamente lo sono ed economicamente lo stanno diventando; lo vogliono diventare anche militarmente. Per la Cina è difficile imparare a comportarsi alla pari e con uguaglianza sul palcoscenico mondiale, anche se a parole lo ripete (purtroppo non ha buoni modelli da cui imparare). Per questo vuole seguire la ‘sua via’; tutto deve essere ‘cinesizzato’.
Questo punto non è mai stato preso in dovuta considerazione, soprattutto dai Paesi occidentali. Non avendo che il modello imperiale, il gruppo dirigente attuale è convinto che un Paese così vasto come la Cina ha bisogno di un potere centrale molto forte che attualmente solo il Partito comunista può fornire, con Xi Jinping al suo centro. La ‘sua via’ o modello attuale sembra essere “controllo totale innanzitutto e poi benessere economico”.
Cosa possiamo fare per la Cina e per la Chiesa in Cina?
Il clero e i cattolici cinesi meritano grande rispetto. Cercare di risolvere i loro problemi senza un loro coinvolgimento diretto, non mi sembra giusto. Personalmente mi sento molto a disagio quando constato che stranieri giudicano i cinesi o estranei decidono al loro posto. Dobbiamo inoltre manifestare ai cattolici appoggio, incoraggiamento e stima per le difficoltà che devono affrontare nel vivere la fede, oltre a facilitare con ogni mezzo le occasioni di rafforzare la loro formazione religiosa e il loro spirito di evangelizzazione, di cui hanno molto bisogno (vocazioni sacerdotali e religiose sono in forte diminuzione). L’unione nella preghiera con loro e per loro è indispensabile dal momento che la fede e la corrispondenza ad essa sono doni del Signore.
28/07/2021 12:02
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