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MALAYSIA-VATICANO
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P. Devadass: 'C'è un volto specifico dell'Asia per la sinodalità'

di Joseph Masilamany

Il sacerdote malese che ha partecipato alla stesura del documento finale che l'Assemblea sinodale sta discutendo: "Il dialogo qui è parte dell'esperienza che viviamo quotidianamente all'interno di una cultura pluralista”. Il cardinale indiano Ferrao, il filippino David e il patriarca melckita Absi eletti nel Consiglio generale del Sinodo.

Kuala Lumpur (AsiaNews) - La seconda sessione dell’Assemblea sinodale sta vivendo in queste ore la sua conclusione, con la discussione del documento finale. La sua redazione è stata curata da un gruppo ristretto di 14 delegati eletti dall’Assemblea, tra i quali in rappresentanza dell’Asia era presente p. Clarence Devadass, sacerdote malese dell’arcidiocesi di Kuala Lumpur.  

Proprio p. Devadass nei giorni scorsi è intervenuto al briefing quotidiano con i giornalisti al Sinodo, proponendo alcune riflessioni a partire dall’esperienza di un continente immenso di oltre 4,8 miliardi di abitanti, dove vivono fianco a fianco persone di religioni, culture e lingue diverse e i cristiani sono appena 383 milioni, di cui 153,3 milioni cattolici. In questa realtà complessa la sinodalità - il tema al centro di questo Sinodo - è un’esperienza unica sia all'interno della Chiesa (ad intra) sia in rapporto alla gigantesca demografia pluralistica dell'Asia (ad extra).

“A parte le Filippine e Timor Est - ha detto - l'Asia è un continente in cui i cattolici sono una minoranza. Se la fede è viva, non significa che gli impatti negativi della secolarizzazione e altri problemi non siano presenti. Lo spazio pubblico per l'espressione della fede sembra ridursi sempre più, in molti luoghi, anche a causa dell'estremismo politico e religioso. In un simile contesto, bisogna cercare l'armonia impegnandosi nel dialogo”.

Il dialogo - ha sottolineato - in Asia non è un'opzione, ma una questione di sopravvivenza. Non è una novità ma una necessità e fa parte dell'esperienza che viviamo quotidianamente all'interno di una cultura pluralista”.

La sfida in Asia consiste nell'imparare a fare teologia “dalla prospettiva di vivere con gli altri” e di evangelizzare anche là “dove la fede non può essere espressa in modo pubblico”. La sinodalità, ha commentato, è “alla base di tutto questo” ed è già vissuta in tante situazioni, a partire dalla famiglia, portando frutti.

Accennando al fenomeno migratorio, che ha portato molti cattolici asiatici a vivere in altre parti del mondo, ha inoltre sottolineato: “Sono i nuovi missionari perché quando lasciano le loro case non cercano solo un reddito, ma portano con sé la loro fede. E so che in molti luoghi del mondo animano le Chiese nelle comunità in cui vivono e lavorano, contribuendo a mantenere viva la fede”.

Nel frattempo l’altra sera l’Assemblea ha proceduto a eleggere i nuovi membri del Consiglio ordinario della Segreteria generale del Sinodo, l’organismo che costantemente prepara e coordina i lavori di questo organismo. Composto da 17 membri (leggi qui l’elenco completo), al suo interno sono stati eletti per l’Asia il card. Filipe Neri António Sebastião do Rosario Ferrao, arcivescovo di Goa e Damão in India e mons. Pablo Virgilio David, vescovo di Kalookan nelle Filippine (che diverrà anche lui cardinale nel concistoro del 7 dicembre). L’Oceania sarà rappresentata da mons. Timothy John Costelloe, arcivescovo di Perth in Australia, mentre per le Chiese orientali cattoliche è stato eletto sua beatitudine Youssef Absi, patriarca di Antiochia dei Greco-Melkiti.

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