Oltre 2500 personalità firmano appello per la liberazione di p. Stan Swamy
Accademici, attivisti, scrittori, registi, religiosi e altre figure di spicco del Paese hanno firmato una lettera aperta contro la negazione del rilascio su cauzione del gesuita di 84 anni. Da ottobre egli è in carcere a Mumbai con l'accusa di terrorismo, ma in realtà per il sostegno alle battaglie dei tribali per i loro diritti. "Padre Stan è un simbolo di tutti quanti sono in carcere ingiustamente".
Mumbai (AsiaNews) - Oltre 2500 personalità indiane hanno firmato un appello che critica il rigetto dell'istanza di libertà su cauzione per padre Stan Swamy, il gesuita di 84 anni in carcere da ottobre a Mumbai con l'accusa di terrorismo. La lettera aperta ne chiede l'immediata liberazione. A firmare il documento - rilanciato dal confratello p. Cedric Prakash, attivista per i diritti umani - sono esponenti di ogni ambito della società civile: accademici, artisti, registi, economisti, religiosi, giornalisti, avvocati, ex funzionari pubblici, scrittori. "Il rifiuto della libertà su cauzione per una persona anziana e ammalata, con mobilità limitata e nessun precedente di violenza contro gli altri, va al di là di ogni comprensione", scrivono. Il testo rilancia anche l'accusa di manipolazione delle prove, attraverso falsi documenti che la National Investigation Agency dice di aver trovato nel computer di p. Swamy ma che l'anziano gesuita non riconosce come propri. L'India - chiedono ancora i firmatari - torni a essere "un Paese con norme in cui la libertà su cauzione sia la regola e non l'eccezione". Ecco qui sotto il testo di questo appello in una nostra traduzione.
Noi sottoscritti siamo rimasti scioccati dal rifiuto della richiesta di libertà su cauzione presentata da Stan Swamy nell'ambito del caso del Bhima Koregaon, deciso dal tribunale della Nia (National Investigation Agency) il 22 marzo 2021. Si trova in arresto dall'8 ottobre 2020 e continua a marcire in carcere.
L'ottantaquattrenne Stan Swamy è un paziente affetto dal morbo di Parkinson con grave tremore a entrambe le mani. Ha difficoltà a bere da un bicchiere, fare il bagno e lavarsi i vestiti da solo. Oltre a questo soffre anche per altri disturbi fisici. Prima del suo arresto, trascorreva la maggior parte del suo tempo a Bagaicha a Ranchi. Nonostante dal 2018 fosse stato ripetutamente minacciato per questo caso (prima dalla polizia del Maharashtra e poi dalla Nia) è rimasto a Bagaicha e ha pienamente collaborato con le indagini. Il rifiuto della libertà su cauzione per una persona anziana e ammalata, con mobilità limitata e nessun precedente di violenza contro gli altri, va al di là di ogni comprensione.
Conosciamo padre Stan come una persona eccezionalmente gentile, onesta e disinteressata. Abbiamo la massima stima per lui e per il suo lavoro. Ha trascorso decenni in Jarkhand lavorando per i diritti dei tribali e dei diseredati.
Suona ironico che mentre il sostegno pubblico per Stan Swamy continua a crescere, il tribunale rigetti l'istanza di libertà su cauzione “nell'interesse della comunità”. I tribali, i Gram Sabha (capi villaggio ndr), la società civile, molti leader politici e partiti e lo stesso primo ministro del Jharkhand hanno condannato l'arresto di Stan e hanno espresso sostegno e solidarietà con lui.
Il recente rapporto Arsenal, preparato sulla base delle prove elettroniche raccolte dalla Nia, ha mostrato come falsi documenti siano stati inseriti nei computer degli accusati nel caso del Bhima Koregaon. Stan stesso ha detto chiaramente alla Nia che alcuni documenti che l'accusa sostiene siano stati presi dal suo computer, sono stati creati artificialmente e li ha disconosciuti. Appare disdicevole che il tribunale abbia deciso di ignorare questa prova di manipolazione rigettando la richiesta di libertà su cauzione.
Stan Swamy è un simbolo delle traversie di migliaia di detenuti in attesa di giudizio che marciscono in carcere per anni a causa di prove costruite intorno ad accuse di violazione dell'Uapa (Unlawful Activities Prevention Act), spesso avanzate per minacciare quanti si schierano dalla parte dei diseredati opponendosi al governo. Il tasso di condanne nei processi legati all'Uapa è molto basso (2,2% tra il 2019 e il 2019 come riportato in parlamento), confermando così che molte delle accuse sono senza fondamento.
Facciamo appello per l'immediata liberazione su cauzione di Stan Swamy, la revoca dell'Uapa e il ritorno a norme in cui la libertà su cauzione sia la regola e non l'eccezione.
29/05/2021 11:48
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