Oggi inizia l’Hajj, attesi 1,5 milioni di pellegrini alla Mecca
A seguito degli incidenti degli anni passati, Riyadh ha preparato ulteriori misure di sicurezza. Almeno 17mila agenti e 3mila mezzi di polizia impiegati. Dopo i rituali preliminari dei giorni scorsi, oggi i pellegrini si preparano a marciare verso Mina. Polemiche per la mancata partecipazioni dei fedeli iraniani al pellegrinaggio, uno dei cinque pilastri dell’islam.
Riyadh (AsiaNews/Agenzie) – Almeno 1,5 milioni di persone sono attese quest’anno per il pellegrinaggio dell’Hajj, che inizia oggi alla Mecca. Più di un milione di fedeli musulmani sono giunti in Arabia saudita già dall’8 settembre scorso, e quest’anno i pellegrini saranno sottoposti a misure di sicurezza extra, come braccialetti elettronici. Più di 17mila agenti e 3mila mezzi sono impiegati dalle forze di sicurezza saudite per garantire la sicurezza delle centinaia di migliaia di persone che per settimane affolleranno i luoghi sacri dell’islam.
Dopo i rituali preliminari compiuti nei giorni scorsi alla Grande moschea della Mecca, oggi i pellegrini iniziano a viaggiare – con bus, treni o a piedi – verso Mina, cittadina che si trova a 5 chilometri a est. Lì si erge una piccola collina di granito nota come “Monte della Misericordia”. In quel luogo, secondo i testi sacri musulmani, Adamo ed Eva si sono ritrovati dopo la cacciata dal Paradiso terrestre. Lo stesso percorso fu compiuto da Maometto circa 1400 anni fa.
A partire dal 2013, per motivi di sicurezza, il regno saudita ha ridotto del 20% il numero di pellegrini stranieri a cui è permesso venire all’Hajj. Ogni Paese musulmano può inviare un pellegrino per ogni 1000 abitanti. A causa della grande concentrazione di persone, negli anni scorsi si sono verificati diversi e gravi incidenti. Lo scorso settembre, a Mina, circa 2mila persone sono morte nel corso di una fuga rovinosa di pellegrini che si stavano dirigendo verso il “Ponte delle Jamarat”. Riyadh ha sempre cercato di minimizzare il numero di deceduti, ma è stata criticata da più Paesi (soprattutto l’Iran) per la cattiva gestione della sicurezza.
Per la prima volta in 30 anni, quest’anno all’Hajj non parteciperanno i pellegrini iraniani a causa delle tensioni religioso-politiche che hanno coinvolto Teheran e Riyadh nelle ultime settimane. Queste sono state innescate dall’invettiva lanciata il 5 settembre scorso dal grande ayatollah Ali Khamenei, guida suprema iraniana e dell’islam sciita, che aveva definito i sauditi “infedeli e blasfemi, piccoli satana nelle mani degli Usa”. Iran e Arabia saudita sono anche protagonisti di una controversia (irrisolta) sul rilascio dei visti e i voli diretti fra i due Paesi.
L’Hajj (pellegrinaggio) è considerato uno dei cinque pilastri dell’Islam e ogni buon musulmano dovrebbe compierlo almeno una volta nella vita. Per l’Arabia saudita esso rappresenta la fine ella stagione turistica. Nel 2015 i pellegrini stranieri hanno speso in totale 4,75 miliardi di euro per partecipare all’evento (4100 euro a testa). Riyadh ha spesso usato in modo politico il permesso di giungere alla Mecca; da anni ai siriani è vietato recarsi nella città santa musulmana.