Niente primato per l’economia cinese: svanisce sorpasso sugli Usa
È la previsione annuale del Japan Center for Economic Research. Lo scorso anno il superamento era stimato nel 2033. Tra il 2030 e il 2040 il Pil cinese potrebbe crescere solo dell’1% all’anno. Pesano nuovo mandato al potere di Xi, effetti della politica “zero-Covid” e guerra tecnologica con gli Usa. Intanto calano ancora i consumi.
Pechino (AsiaNews) – La Cina non diventerà la prima economia del mondo, superando gli Stati Uniti: almeno fino al 2035. È la previsione del Japan Center for Economic Research (Jcer) di Tokyo, contenuta in uno studio sul futuro economico della regione Asia-Pacifico pubblicato oggi.
Fino allo scorso anno i ricercatori nipponici paventavano un sorpasso del Pil nominale cinese nel 2033, quattro anni dopo quanto stimato del 2020. Svanisce, per il momento, il sogno del primato economico mondiale di Pechino, visto dal regime comunista come una pietra miliare nel confronto geopolitico con Washington.
Secondo il Jcer contribuirà al mancato avvicendamento il nuovo mandato quinquennale al potere di Xi Jinping, che potrebbe estendersi per altri cinque anni fino al 2032. Con Xi ancora al timone, il centro studi giapponese si aspetta effetti negativi per il mercato del lavoro e dei capitali, e per l’efficienza economica del Paese. Fattori che potrebbero essere colpiti da nuove restrizioni di natura tecnologica alle industrie (private) nazionali, dalla continuazione di una moderata politica di azzeramento del Covid-19 e da una possibile crisi con Taiwan.
Sul calo economico della Cina inciderà molto anche il “decoupling” (disaccoppiamento) dagli Stati Uniti, che impedirà alle industrie cinesi di avere accesso alle tecnologie Usa più avanzate, soprattutto nel settore dei microchip.
Lo scenario base per il Jcer vede la crescita del Pil reale cinese scendere al 2% tra il 2030 e il 2040: in un quadro di rischio, segnato dall’intensificarsi della guerra tecnologica con Washington, il dato scende all’1%. A causa del progressivo ridursi della forza lavoro, il sorpasso su Washington risulta improbabile anche dopo il 2036.
I numeri attuali sembrano andare nella direzione indicata dalla ricerca giapponese. Il mix tra aumento dei contagi e continui lockdown per contrastare il Covid-19 ha fatto registrare a novembre un rallentamento della produzione industriale e una nuova riduzione dei consumi, caduti del 5,9% su base annua. La disoccupazione giovanile rimane poi elevata, sopra il 17%.
Sul difficile momento economico della Cina pesano anche la crisi immobiliare, il calo della domanda estera e le incertezze geopolitiche dovute all’invasione russa dell’Ucraina. Gli esperti non si aspettano ricadute positive immediate dall’allentamento delle restrizioni anti-Covid, accelerato dalla proteste popolari di fine novembre. Secondo uno schema consolidato, si prevedono nuovi stimoli statali per far ripartire le attività economiche e i consumi.
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