Nepal, politico indù convertito al cristianesimo si batte per la libertà religiosa
Kathmandu (AsiaNews) - "Provengo dalla comunità indù dei Kirati, ma voglio annunciare che seguo il cammino di Gesù e dei cristiani". È quanto afferma ad AsiaNews Chandi Rai, politico nepalese eletto nelle recenti elezioni dell'Assemblea Costituente fra le fila del Partito comunista nepalese (Communist Party of Nepal-Unifed Marxist Leninist). Finora Rai non aveva mai espresso la sua recente conversione al cristianesimo. L'uomo confessa che si batterà per una costituzione democratica e laica in favore delle minoranze religiose. "I partiti tradizionali e i loro leader - sottolinea - ignorano la voce delle minoranze a causa degli strascichi della cultura dominante indù".
Nato a Khotang (Nepal orientale) in una famiglia indù appartenente alla minoranza etnica dei Kirati, Rai entra nel partito comunista nel 1979 quando è ancora un giovane studente. Per decenni ha insegnato come professore in una scuola superiore di Pathari (distretto di Morang, Nepal sud-orientale) vincendo anche molti premi nel campo dell'istruzione. Dopo anni di attività politica decide di candidarsi alle elezioni per la nuova Assemblea costituente avvenute lo scorso 19 novembre 2013, dove viene eletto nel distretto di Mogang (sud-est del Paese) con oltre 14mila preferenze soprattutto grazie alle sue posizioni in favore della libertà di fede.
Rai confessa l'importanza per il Nepal del concetto di laicità è libertà di fede. "Gli indù - afferma - non devono temere per la loro religione. Essi sono liberi di avere la loro fede ed è giusto che altri gruppi godano della stessa libertà". Per il politico la maggioranza indù non ha nulla da perdere optando per una costituzione che preveda la libertà religiosa. "L'unico danno - continua - è la perdita di un'egemonia. Essi non potranno più discriminare le persone per la propria fede e minacciare chi si converte".
Infatti, secondo Rai, democrazia e laicità sono due facce della stessa medaglia. Solo questo approccio potrà unire il Paese dove convivono religioni ed etnie differenti spesso in conflitto fra loro. In questo modo si possono preservare tutti i diritti democratici compresi quelli religiosi. Il neo membro dell'Assemblea costituente ci tiene a precisare che la sua conversione non ha secondi fini. "Io non mi sono convertito per alcun interesse - sottolinea - ma desidero invece mostrare attraverso la mia esperienza l'importanza della libertà religiosa e incoraggiare le persone a seguire la fede che desiderano".
Il politico ha fiducia in questa nuova Assemblea, eletta dopo il fallimento della precedente guidata dai maoisti. Egli sostiene che la libertà religiosa ha già dato i suoi frutti: "Ora molti indù e buddisti possono convertirsi al cristianesimo senza paura di essere ostracizzati dalla società".