24/12/2015, 00.00
NEPAL
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Nepal, i tribali impediscono l’ingresso del presidente in un tempio indù: è vedova

di Christopher Sharma
Bidhya Devi Bhandari non ha potuto rendere omaggio alla festa indù del Bibaha Mahotsave, che celebra il matrimonio tra le divinità Rama e Janaki. La minoranza madhese manifestava da giorni contro la visita del presidente. Sotto accusa anche le sue dichiarazioni a proposito degli scioperi nella regione del Terai. Più di 30 persone sono rimaste ferite negli scontri con la polizia.

Kathmandu (AsiaNews) – Esponenti della minoranza madhese hanno impedito l’ingresso del presidente del Nepal nel tempio indù di Ramjanaki, situato nel distretto di Janakpur (nel sud dello Stato). I tribali hanno protestato per la visita di Bidhya Devi Bhandari, la prima presidente donna della storia del Paese. Bhandari voleva rendere omaggio alla festività indù del Bibaha Mahotsave, che celebra il matrimonio tra le divinità Rama e Janaki. I madhesi però hanno obiettato che avrebbe “diffamato” il tempio perché è una “vedova”.

L’episodio è avvenuto lo scorso 16 dicembre, quando la massima autorità del Nepal si è recata in visita al tempio indù. Lì da giorni protestavano diversi esponenti della comunità di minoranza madhese, che si erano accampati attorno al tempio e protestavano sventolando bandiere nere e dando alle fiamme copertoni delle automobili. I tribali manifestavano anche contro le dichiarazioni rilasciate dal presidente a proposito degli scioperi nella regione del Terai [che il governo di Kathmandu cerca di sedare con la modifica della Costituzione, decisa pochi giorni dopo le proteste in questione – ndr].

Prima dell’arrivo di Bhandari la polizia era riuscita a disperdere i manifestanti, che poi hanno ripreso la protesta con il lancio di petardi. La polizia a quel punto ha usato gas lacrimogeni e manganelli per sedare le violenze. Negli scontri sono rimaste ferite più di 30 persone, tra madhesi e pellegrini, mentre Bhandari veniva fatta allontanare in fretta in elicottero.

Il tempio di Ramjanaki è meta di pellegrinaggio da tutto il Nepal e dall’India. Ogni anno migliaia di fedeli assistono alla festa per il matrimonio delle due divinità ma quest’anno la celebrazione è stata funestata dalle proteste, che hanno causato anche la distruzione di molte offerte votive.

Al termine delle violenze, le autorità del tempio hanno deciso di posticipare il rito di tre ore, per consentire il ritorno alla normalità. Il primo ministro KP Sharma Oli ha annunciato che il governo “adotterà tutte le misure necessarie per assicurare i colpevoli alla giustizia. Nessun deve essere ferito nella propria fede e le proteste non possono ferire la fede del presidente”.

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