Negata la grazia a Elor Azaria, il soldato israeliano che sparò al palestinese inerme
Il rifiuto è venuto dal presidente israeliano Rivlin. La pena di 18 mesi è indulgente, un altro alleggerimento colpirebbe le forze armate ed Israele. Il caso creò divisioni nella società civile. Azaria non si è mai pentito.
Gerusalemme (AsiaNews/Agenzie) – Il presidente israeliano Reuven Rivlin ha rifiutato la grazia ad Elor Azaria, il giovane soldato israeliano condannato a 18 mesi di prigione per aver ucciso il palestinese Abdul Fatah al-Sharif mentre era a terra inerme.
Il premier Benjamin Netanyahu e il ministro della difesa Avigdor Lieberman sono fra le figure che sostenevano la sua richiesta grazia, inoltrata in modo formale da Azaria lo scorso mese. L’ufficio presidenziale ha rilasciato ieri una dichiarazione in cui si annuncia che il presidente “ha preso la decisione di negare la richiesta di grazia inoltrata da Elor Azaria”. Il comunicato aggiunge che Rivlin ha tenuto in considerazione sia il crimine commesso che le circostanze, menzionando inoltre la sentenza “indulgente” della corte. “Un ulteriore alleggerimento della sentenza nuocerebbe alle forze armate e allo Stato di Israele”, continua il comunicato ricordando che l’ex-soldato potrà presentarsi alla commissione di libertà vigilata “in circa tre mesi”, secondo le disposizioni del codice penale.
Il 24 marzo del 2016, Azaria ha sparato a sangue freddo al 21enne palestinese durante un tentativo di assalto contro soldati israeliani a Hebron, in Cisgiordania. Sharif, insieme a un altro palestinese di 21 anni, aveva accoltellato e ferito un soldato israeliano. Le forze israeliane hanno aperto il fuoco, uccidendo il secondo palestinese e ferendo Sharif. Poco dopo, Azaria ha sparato a sangue freddo al palestinese. Immagini della scena sono state filmate da un testimone e diffuse dall’Ong israeliana B’Tslem.
La condanna è giunta alla fine di un processo iniziato il successivo maggio, matrice di profonda divisione nell’opinione pubblica e società civile israeliana, fra colpevolisti e innocentisti. La procura militare aveva fatto ricorso a luglio per un inasprimento della pena, considerata troppo lieve. La richiesta è stata respinta, mentre a fine settembre il capo di Stato maggiore Gadi Eisenkot ha ridotto di quattro mesi la pena, che Azaria ha cominciato a scontare il 9 agosto.
Egli non ha mai espresso pentimento per le sue azioni.
06/12/2017 08:56
20/08/2018 11:58