Naypyitaw, ‘idonei al rimpatrio’ meno di 400 Rohingya su 8mila
Mancano impronte digitali e fotografie identificative degli altri richiedenti. Tra loro individuati tre terroristi. I rifugiati devono provare di aver vissuto in Rakhine da prima del 9 ottobre 2016.
Naypyitaw (AsiaNews/Agenzie) – Il Myanmar ha informato il Bangladesh che prenderà in carico meno di 400 rifugiati Rohingya degli oltre 8mila che hanno fatto richiesta per fare ritorno nello Stato occidentale di Rakhine, da cui sono fuggiti in seguito in seguito alle violenze di agosto 2017. È quanto afferma il governo di Naypyitaw, che accusa Dhaka di non aver fornito informazioni corrette sui profughi selezionati per la prima tornata di rimpatri.
Oltre 530mila hanno abbandonato il Rakhine dopo che gli attacchi dei militanti islamisti dell’Arakan Rohingya Salvation Army (Arsa) il 25 agosto avevano scatenato una controffensiva dell’esercito birmano che le Nazioni Unite e gli Stati Uniti hanno definito “pulizia etnica”. L'amministrazione del premio Nobel per la pace, Daw Aung San Suu Kyi, ha cercato di contrastare le accuse promuovendo lo sviluppo nel Rakhine e predisponendo centri di accoglienza e un campo per i rimpatriati.
I due Paesi hanno raggiunto un accordo lo scorso novembre per iniziare il rimpatrio volontario, entro due mesi, dei rifugiati che possono provare di aver vissuto in Rakhine da prima del 9 ottobre 2016, quando un attacco dell’Arsa aveva scatenato la violenza etnica. Tuttavia, il processo non ha ancora avuto inizio, mentre gli apolidi Rohingya, soggetti a restrizioni sui movimenti in Myanmar, continuano ad attraversare il confine.
Myint Thu, segretario permanente del Ministero degli Affari Esteri di Naypyitaw, ha dichiarato ieri durante una conferenza stampa che sono idonei al rimpatrio solo 374 rifugiati, appartenenti alla lista di 8.032 che il Bangladesh ha presentato ai funzionari del Myanmar il mese scorso. “Abbiamo chiesto al Bangladesh di provvedere alla compilazione dei restanti moduli”, ha affermato il funzionario, aggiungendo che ad essi non sono state allegate impronte digitali e fotografie identificative dei richiedenti. Il gen. Win Tun, della polizia birmana, ha affermato che le autorità hanno individuato tra loro anche tre terroristi.
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