Naval’nyj in un ospedale per detenuti. Domani manifestazioni in sua difesa
In sciopero della fame e malato, i suoi amici temono per la sua salute. I medici del lager affermano che le sue condizioni sono “soddisfacenti”. Le dimostrazioni dei “navalnisti” in molte città russe saranno in contemporanea con il discorso di Putin alla nazione. Avvertimenti delle diplomazie Usa ed europee. Il digiuno di decine di sostenitori di Naval’nyj. Una lettera a papa Francesco da parte dei russi in Italia.
Mosca (AsiaNews) - Il Fondo di Lotta alla Corruzione – il movimento dei sostenitori di Aleksej Naval’nyj – ha annunciato che domani 21 aprile, alle 19 di sera, si terrà in varie città la manifestazione in difesa del leader imprigionato, a partire dalle piazze centrali di Mosca e San Pietroburgo. Finora si è arrivati a poco più di 400 mila adesioni via internet (si doveva arrivare a mezzo milione), ma la decisione per domani è motivata dalla coincidenza con il “discorso alla nazione” programmato da Vladimir Putin, che i “navalnisti” intendono “annullare” dal punto di vista mediatico. Dallo staff dei collaboratori del blogger si informa che tra poco cominceranno a processare tutti i membri arrestati in queste settimane, con il rischio che l’intero movimento venga dichiarato “estremista” e messo completamente fuorilegge.
L’altro motivo per affrettare la mobilitazione sono le precarie condizioni di salute dello stesso Naval’nyj, che peggiorano al punto da essere trasferito all’ospedale regionale per i detenuti, un luogo dove “perfino i moribondi cercano di non finire”, come si usa dire nel lager.
I suoi avvocati sono riusciti a vederlo nei giorni scorsi. Essi raccontano che il politico “si regge a fatica sulle gambe, e si muove ondeggiando”. I suoi medici personali hanno chiesto a lungo di entrare nella colonia IK-2 di Pokrov, ma l’amministrazione del campo ha rifiutato, come ha comunicato via Twitter la dirigente dell’associazione Alleanza dei Medici, Anastasia Vasileva. Secondo i medici “Naval’nyj deve essere messo sotto osservazione in reparto di rianimazione, poiché in qualunque momento potrebbe svilupparsi un’aritmia fatale, e la morte per arresto cardiaco”. Invece, la commissione medica del lager definisce le sue condizioni “soddisfacenti”, ma suggeriscono di imporre l’alimentazione forzata per interrompere il digiuno, giunto ormai alla terza settimana.
Dal mondo intero si moltiplicano gli appelli in favore della liberazione di Naval’nyj. Il 18 aprile il collaboratore del presidente Usa per la sicurezza nazionale, Jake Sullivan, ha dichiarato che “se Naval’nyj morirà in prigione, per la Russia vi saranno gravi conseguenze” Su diverse testate, come il New York Times, il Washington Post e altre, sono apparsi molti interventi che insistono sulla responsabilità del governo russo per la sorte dell’oppositore. Il presidente della commissione russa contro l’ingerenza straniera, Vasilij Piskarev, ha detto di “essere sorpreso dall’attenzione degli americani per un comune detenuto”. Il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov, ha dichiarato a sua volta “di non poter credere a tutte le affermazioni sulle condizioni critiche di Naval’nyj”.
Ieri la situazione di Naval’nyj è stata oggetto di discussione tra i ministri degli esteri dei Paesi della Ue. Vari esponenti dell’Europa hanno richiesto la sua liberazione. Fra questi, il capo della diplomazia di Bruxelles, Joseph Borrel; il ministro francese degli Esteri Jean-Yves Le Drian, quello tedesco Heiko Maas, e anche il ministero degli esteri britannico.
I russi abitanti in Germania si sono rivolti ad Angela Merkel, considerata “una delle poche persone al mondo che può avere qualche possibilità di salvare Aleksej”.
Lo scienziato russo Nikolaj Formozov, biologo e professore emerito dell’università Statale di Mosca (MGU) e della Scuola Superiore di Economia, ha iniziato a sua volta un digiuno di protesta per sostenere Naval’nyj. A lui si sono subito unite decine di altre personalità pubbliche e semplici cittadini. Su Facebook è sorto il gruppo “Digiuno di Solidarietà”, a cui chiunque si può unire. Formozov ha raccontato che gente di varie città e paesi, “da Vladivostok a Vienna”, hanno deciso di partecipare all’azione, tra di essi anche lo scrittore Viktor Šenderovič e il giornalista Sergej Parkhomenko.
In Italia, un gruppo di russi nel Paese, “russi cattolici e ortodossi, operatori della scienza e della cultura e semplicemente persone non indifferenti”, ha indirizzato il 18 aprile una lettera al papa Francesco a Roma, affermando di “non poter rimanere testimoni silenziosi di un omicidio”. Secondo i firmatari (già più di 2500 in poche ore), “Aleksej Naval’nyj è un uomo di fede e di onore, che ha consacrato la propria vita a ciò in cui crede: la denuncia della corruzione e delle malefatte del potere russo attuale”. Si assicura che “non si tratta di politica, ma della salvezza di un’unica vita: è una questione di misericordia. Santo Padre, la preghiamo di aiutare a convincere le autorità russe a far visitare Aleksej dai medici, e a dargli un’ultima possibilità di salvare la sua vita!”.
Nella foto: una dimostrazione a sostegno di Naval’nyj. Sulla scritta: ““Putinismo e Fascismo – sono sinonimi!”
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