Mumbai: centro di cure palliative, ‘nuova speranza’ per i malati terminali (Video)
Il “Romila Palliative Care” nasce su iniziativa di due medici cattolici di Bandra, che hanno perso la figlia malata di tumore nel 2014. In due anni il programma ha accolto 600 pazienti con malattie in stadio terminale. La dottoressa Fernandez: “Una volta un paziente mi ha detto di essere felice di avere il cancro, perché non si era mai sentito così amato in tutta la vita”.
Mumbai (AsiaNews) – A Bandra, un quartiere di Mumbai, sorge un centro per le cure palliative di malati terminali, che offre servizi medici gratuiti a oltre 600 pazienti poverissimi, provenienti dalle baraccopoli della megalopoli. Si chiama “Romila Palliative Care” e opera dal febbraio 2017. È un’iniziativa della dott.ssa Armida Fernandez e di suo marito, il dott. Rui Fernandez. I coniugi cattolici hanno aperto questo luogo di speranza e misericordia in ricordo di Romila, la loro figlia morta di cancro nel 2014. “Non volevamo che la morte di nostra figlia fosse avvenuta invano”, racconta la madre.
La dottoressa ripercorre la storia il centro: “Nel 2014 abbiamo perso nostra figlia per un tumore. All’epoca io e mio marito, un rinomato dermatologo, ci siamo resi contro che nostra figlia nell’ultimo periodo della sua vita non aveva ricevuto il minimo sostegno emotivo, farmaci per l’attenuazione del dolore, o assistenza. Sebbene entrambi fossimo medici e potessimo disporre delle migliori cure per nostra figlia, mancavano del tutto il conforto e un sostegno professionale. In pratica, c’era un grande vuoto per le cure palliative. Da quel momento ho deciso che la morte di mia figlia non sarebbe stata invano”.
La dott.ssa Fernandez è l’ex decano del Dipartimento neonatale del Sion Hospital. Nel 1989 ha creato la prima banca del latte di tutta l’Asia presso l’ospedale dove lavorava; nei primi anni ’90 ha dato vita all’Ong Sneha (Society for Nutrition, Education and Health Action) con l’obiettivo di ridurre la mortalità infantile e neonatale, e combattere la violenza di genere. Di tanto in tanto trattava pazienti di famiglie povere, malati e bambini prematuri.
Dopo la morte della figlia ha deciso d’impegnarsi a tempo pieno nel sostegno ai malati terminali. “Ci siamo resi conto – continua – che nonostante disponessimo delle migliori cure, il sostegno gentile, la cura del dolore e l’assistenza in punto di morte erano del tutto carenti e inadeguate”.
Il Romila Palliative Care offre cure in loco e a domicilio e si avvale delle competenze di professioni esperti in materia: in tutto ci sono due infermieri, due psicologi, sei dottori volontari e 20 specialisti che servono in maniera gratuita. “Tra di noi – continua la dott.ssa Armida – ci sono nutrizionisti, fisioterapisti, terapeuti professionali. Tutti hanno ricevuto una formazione medica nella cura del dolore al Tata Hospital o al Palladium India”.
All’inizio il progetto accoglieva solo malati di cancro; in seguito ha ampliato l’offerta anche a malati terminali di altro tipo. “Non trattiamo la malattia – precisa il medico – ma sono i sintomi, in modo che per i pazienti sia più facile sopportare il dolore. Lo scopo del centro è aiutare, offrendo cure compassionevoli e competenti, in modo da garantire ai pazienti una vita dignitosa e di speranza, nonostante la malattia”. “Una volta – dice in conclusione la dottoressa – un paziente molto povero della baraccopoli di Dharavi è venuto da me e mi ha detto: ‘Sono felice di avere il cancro, perché non mi sono mai sentito così amato in tutta la mia vita'”.