Mumbai, accoltellato e abbandonato sui binari neonato di 5 giorni: è salvo
Mumbai (AsiaNews) - Un neonato di appena cinque giorni è stato ritrovato privo di sensi e in una pozza di sangue sui binari della stazione di Kalyan, un quartiere di Mumbai, ieri sera. Grazie alla prontezza di alcune persone lì presenti, il piccolo è stato subito portato all'ospedale di Rukminibai, per poi essere trasferito al Sion Hospital. Ora è ricoverato nel reparto di terapia intensiva neonatale ed è stabile (v. foto). "In questa grave tragedia umana - nota ad AsiaNews mons. Savio Fernandes, arcivescovo ausiliare di Mumbai - dobbiamo però celebrare la cultura della vita. I pendolari che si sono impegnati per salvare la vita del bambino sono una speranza per tutti noi".
Le condizioni in cui è stato ritrovato fanno pensare a un tentativo di omicidio. Il neonato aveva un taglio sul collo lungo 5 cm, oltre ad altre ferite minori su una guancia e sul mento. I medici della prima struttura ospedaliera hanno dovuto applicare tre suture per fermare l'emorragia. La polizia ha soprannominato il piccolo "baby miracolo" ed è già sulle tracce dei genitori. Al momento gli agenti stanno battendo tutte le cliniche private della zona e interrogando gli abitanti dello slum vicino alla stazione.
Mons. Savio Fernandes, che è anche presidente della Commissione diocesana per la famiglia e la vita umana, spiega che "abbandonare un neonato di cinque giorni è una sconfitta per il rispetto della santità della vita. Ogni bambino è un dono prezioso di Dio. La Chiesa sostiene la cultura della vita: se non potete tenere i vostri figli, portateli dalle suore di Madre Teresa. Le Missionarie della Carità hanno tanti ostelli e case-famiglia, e saranno felici di prendersi cura di loro".
Il dr. Pascoal Carvalho, membro della Pontificia accademia per la vita, nota inoltre ad AsiaNews che "quanto accaduto al bambino non è un episodio isolato. Non rispettare la vita significa abbandonare Dio. Di conseguenza, questo risulta in tutto le forme di corruzione e amoralità, di cui purtroppo la storia indiana recente è stata testimone. È urgente superare la cultura della morte, spesso sostenuta da una cultura del silenzio, promuovendo la cultura della vita e dando voce a chi non può difendersi da solo".