Mosul, la battaglia finale. L'Isis caccia gli abitanti della sponda ovest del Tigri
Le milizie dello Stato islamico hanno espulso gli abitanti della parte occidentale del fiume. Nelle case e negli esercizi commerciali i jihadisti hanno stanziato molti combattenti e cecchini, per respingere l’assalto delle forze governative. Esercito irakeno e curdi approntano la strategia per riconquistare l’intera città.
Baghdad (AsiaNews/Agenzie) - Le milizie dello Stato islamico (SI) hanno espulso molti degli abitanti della parte occidentale del Tigri a Mosul, in preparazione a un possibile attacco finale via fiume da parte delle forze irakene. È quanto raccontano fonti locali dietro anonimato, mentre l’esercito governativo prosegue senza sosta l'offensiva avviata nell’ottobre scorso contro la roccaforte jihadista nel nord del Paese. Analisti ed esperti confermano il successo dell’operazione, che potrebbe concludersi con esito positivo entro la metà del 2017.
Un abitante del quartiere di Al-Maidan riferisce che “il gruppo (SI) ci ha obbligato a lasciare le nostre case, senza permetterci di prendere nulla”. I miliziani, aggiunge, hanno “istallato delle postazioni di tiro e hanno posizionato cecchini sui tetti e alle finestre”.
“Ci hanno obbligato a lasciare la zona - prosegue l’uomo nel racconto - perché presto diventerà un campo di battaglia e ci hanno trasferiti con alcuni familiari in un’altra zona della città”.
Di recente le forze di sicurezza irakene hanno riconquistato la quasi totalità della parte orientale di Mosul, seconda città per importanza dell’Iraq e attraversata dal fiume Tigri; le milizie dello SI continuano però a occupare la zona occidentale della metropoli, in cui vivevano circa due milioni di persone prima dell’arrivo dei miliziani di Daesh [acronimo arabo per lo SI] nell’estate del 2014.
Nelle ultime settimane tutti i ponti della città sono stati distrutti, come difesa strategica da parte dei miliziani o sotto i colpi dei bombardamenti della coalizione internazionale a guida statunitense. Soufian al-Mashhadani, un miliziano originario di Mosul, conferma che lo SI ha stanziato numerosi combattenti all’interno di alcune abitazioni dislocate lungo la sponda occidentale del fiume.
“Hanno impedito ai proprietari - prosegue il miliziano - di queste case e attività commerciali, di prendere i loro effetti personali e i viveri, affermando che tutto è ormai di proprietà dei mujaheddin”.
Dopo essere avanzati in modo vittorioso attraverso la piana di Ninive e nel settore orientale della città di Mosul, ora i vertici delle forze irakene e delle milizie curde stanno studiando la strategia per espugnare la zona occidentale e liberare la città dalla presenza jihadista. Fra le ipotesi, un accerchiamento a nord, ovest e sud della città, per poi sferrare l’offensiva dal settore orientale utilizzando dei ponti mobili.
Per Patrick Martin, esperto di questioni irakene presso l’Istituto per gli studi sulla guerra, il genio americano avrebbe formato “gli omologhi delle forze federali irakene” a costruire “ponti da combattimento”. Questi ponti mobili “sono già stati utilizzati con successo” a Ramadi e Qayyarah, due città irakene riconquistate dall’esercito irakeno nei mesi scorsi.