22/12/2014, 00.00
INDIA
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Mons. Dabre: l'India assicuri il rispetto dei diritti e delle libertà di tutti i cittadini

di Thomas Dabre *
In un Paese con culture diverse e religioni diverse nei vari Stati, non si può parlare di "nazionalismo culturale" né imporre cultura, libri sacri, festività e perfino terminologia della maggioranza indù ai credenti di altre religioni. I cristiani non praticano conversioni forzate, ma il diritto di cambiare religione è garantito dalla Costituzione.

Pune (AsiaNews) - In un Paese come l'India nel quale convivono culture e credi religiosi diversi, il governo deve assicurare il rispetto dei diritti e delle libertà di tutti i cittadini, compresa quella di cambiare religione, garantita  dalla Costituzione che è laica. Sono quindi inaccettabili le "riconversioni" e tutti i tentativi, specialmente se portati avanti con la violenza, di rendere "nazionali" cultura, libri sacri, festività e perfino terminologia della maggioranza indù ai credenti di altre religioni. E' quanto evidenzia il vescovo di Pune, Thomas Dabre.

Siamo consapevoli di alcune tendenze ed eventi che accadono nel nostro amato Paese. Sentiamo di incendi dolosi, di una chiesa data alle fiamme, dell'imposizione di pratiche indù e di metodi di 'Ghar vapsi' (riconversione). Alcuni dei recenti eventi, tra i quali i passi per dichiarare il Gita (libro sacro indù, n.d.r.) come la "Scrittura" nazionale, di far divenire il 25 dicembre, giorno di Natale, la giornata del buon governo, di impiegare tattiche di pressione per non chiamare i sacerdoti cristiani 'Padre', ma Acharya (termine dei bramini per guida, n.d.r.) o Guru, sono tendenze preoccupanti. Ci sono tentativi ingiusti di imporre la Puja Sarasvati (festa indù, n.d.r.). Ora, la campagna Ghar Wapsi ha creato un clima di paura e di ansia tra musulmani e cristiani.

Va tenuto presente che in India non c'è una cultura unica. E' un Paese con culture diverse e religioni diverse nei vari Stati. Pertanto, non si può parlare di 'nazionalismo culturale'. Il Paese ha indù, musulmani, cristiani e  membri di altre fedi e tutti noi dobbiamo vivere come buoni vicini e amarci come veri esseri umani. Questo Paese è modellato da tutte le comunità. Pertanto, in un paese laico, le Sacre scritture della comunità di maggioranza non possono essere dichiarate "Scrittura nazionale". Queste mosse sono chiaramente contro i principi della democrazia laica del nostro Paese. La conversione è un diritto sancito dalla Costituzione e non ci può essere alcun dibattito su questo tema. Ma i cristiani non praticano conversioni forzate, né riconosciamo conversioni ottenute con la forza, la frode e la seduzione. Le conversioni forzate e il sensazionalismo a esse legato sono quindi organizzate e provocatorie.

Il governo deve intervenire immediatamente per porre fine al clima di paura e di incertezza creato tra i musulmani e cristiani. E' dovere del governo  assicurare il rispetto del diritto e della libertà dei cittadini e di garantire il benessere degli emarginati e delle minoranze. Si parla di 'nazionalismo' e di  'patriottismo'. Ma le minoranze non sono meno patriottiche o nazionaliste degli altri. I veri patrioti sono quelli che amano la loro terra e lavorano per il benessere del popolo. I cristiani hanno contribuito in modo notevole nei campi  dell'istruzione e della liberazione delle donne, l'uguaglianza e le riforme sociali. Sembra che ci sia un'ondata di attività contro le minoranze da parte di gruppi fondamentalisti che non sembrano avere paura della legge. E' necessario che la legge, in primo luogo l'apparato costituzionale,  prendano iniziative e misure preventive in modo che queste persone non abbiano il coraggio di continuare. E' proprio della natura umana l'essere liberi di praticare una religione, quindi tutti dovrebbero avere la possibilità di scegliere la propria fede e impedirlo non è contrario solo alla natura umana, ma anche alle leggi internazionali e alla Costituzione indiana.

In una tale situazione, dobbiamo essere attenti e Gesù ci insegna 'a leggere i  segni dei tempi.
Dobbiamo avere regolare, adeguata e costante cura pastorale dei nostri fedeli. Alcuni dei nostri fedeli si sono sentiti trascurati e quindi hanno lasciato la nostra comunità. Nell'attuale scenario politico nazionale, ci sono tentazioni,  lusinghe e pressioni e il fedele trascurata può caderne preda e andare via dalla Chiesa. Ciò significa che dobbiamo essere vicini ai nostri fratelli cristiani fedeli. Come buoni pastori, dobbiamo cercare di aiutarli a farsi sentire voluti e con un senso di appartenenza nella nostra comunità. Gesù Cristo è stato vicino alle Sue pecore. Papa Francesco è così vicino alla gente comune. Si dice anche che, a causa della vicinanza di Papa Francesco al popolo, alcuni sono tornati alla Chiesa.
Pertanto fratelli cristiani, approfondiamo il nostro amore per Gesù e, come Lui, tendiamo la mano a tutti i membri della nostra comunità.

* Vescovo di Pune. Presidente della Commissione teologica e dottrinale della Conferenza dei vescovi cattolici di rito latino (CCBI) dell'India.

 

 

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