Mondiali 2022: per le qualificazioni Teheran apre gli stadi alle donne
A giugno i vertici della Fifa avevano minacciato l’esclusione dal torneo della compagine iraniana. La prima partita allo stadio Azadi di Teheran vedrà opposte Iran e Cambogia. A giugno le forze di sicurezza hanno fermato un gruppo di donne mentre cercavano di accedere alle tribune per l’amichevole con la Siria.
Teheran (AsiaNews/Agenzie) - Teheran apre le porte degli stadi anche alle donne: nel mese di ottobre, infatti, anche le appassionate di calcio del gentil sesso potranno assistere ai match di qualificazione della compagine nazionale, in vista dei mondiali del 2022 in Qatar. Una decisione che segue alcune timide aperture già registrate in passato, e oggetto di feroci critiche dell’ala radicale interna, unita alle pressioni diplomatiche della Fifa, l’ente che governa il calcio mondiale che chiede da tempo parità di accesso fra sessi.
La conferma dell’apertura degli stadi alle donne nella Repubblica islamica è giunta ieri, in una nota ufficiale pubblicata dall’agenzia Irna e a firma del ministero iraniano dello Sport. A giugno i vertici della Fifa avevano inviato una lettera alla Federcalcio iraniana (Ffiri), chiedendo di fissare una data in cui fosse garantito il diritto alle donne di acquistare biglietti per i match di qualificazione.
Nell’occasione il presidente Fifa Gianni Infantino aveva auspicato “passi decisivi” in un’ottica di libero accesso. In caso di mancata ottemperanza, l’ente che governa il calcio mondiale aveva minacciato persino l’esclusione dalle qualificazioni ai mondiali del 2022. Una rassegna per la quale l’Iran aveva offerto aiuto a Doha per ospitare le diverse delegazioni mondiali.
Il 25 agosto scorso il vice-ministro iraniano dello Sport Jamshid Taghizadeh ha confermato che “le donne possono andare allo stadio Azadi di Teheran per assistere al match fra Iran e Cambogia a ottobre”, match valido “per le qualificazioni alla Coppa del mondo”. In questi mesi la Federcalcio asiatica (Afc) ha mediato fra l’Iran e la Fifa per giungere a una “soluzione amichevole” che permetta alle donne di andare allo stadio. “Non vi sono impedimenti legali - ha aggiunto il vice-ministro - alle donne per assistere alle partite. E il processo di attivazione delle infrastrutture è già stato avviato”.
Per decenni il regime degli ayatollah ha imposto il bando completo delle donne agli eventi sportivi in cui competono uomini; alcune parziali eccezioni erano riservate alle straniere, ma si trattava di permessi occasionali e limitati. Sul fronte conservatore, il bando è una misura cautelativa nei loro confronti, per evitare che ascoltino un linguaggio “crudo e volgare” o che possano vedere da vicino atleti che indossano “abiti rivelatori”. Di contro, per le attiviste femminili il divieto di accesso allo stadio è una “discriminazione di genere” e una negazione di fatto di pari diritti dell’universo rosa che trova riscontro anche nel divorzio, nella custodia dei figli e nel campo professionale.
In passato attiviste per i diritti delle donne avevano promosso campagne di protesta e manifestazioni per assicurarsi l’accesso allo stadio. A giugno le forze di sicurezza hanno fermato un gruppo di donne mentre cercavano di entrare in tribuna per assistere alla partita amichevole con la Siria. Lo scorso anno, sfidando il divieto, un gruppo di giovani si sono travestite da uomo per aggirare il divieto ed entrare allo stadio. Le immagini, rilanciare sui social, avevano fatto il giro del mondo. A inizio agosto le autorità avevano disposto l’arresto di alcune delle componenti di questo gruppo; nei giorni scorsi è arrivata la notizia del loro rilascio dietro pagamento di una cauzione.
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