Misterioso ‘attacco sonoro’ contro i funzionari del consolato Usa a Guangzhou
Alcuni impiegati del consolato sono stati rimpatriati con segni di danni celebrali. Si sospetta un attacco simile a quello di Cuba nel 2017. Ancora sconosciuta l’origine e il funzionamento di questa arma.
Washington - (AsiaNews/Agenzie) - Il Dipartimento di Stato Usa ha annunciato ieri di aver rimpatriato alcuni impiegati del consolato americano di stanza nella città cinese di Guangzhou. Diversi funzionari hanno presentato sintomi di danni celebrali in seguito a un non ben identificato attacco sonoro. Un dipendente è stato ricoverato dopo aver riferito di aver percepito come una “sottile, vaga e anormale sensazione di suono e pressione”. I sintomi sono del tutto simili a quelli riportati dai funzionari dell’ambasciata americana e canadese a Cuba, che nel 2017 avevano subito un attacco analogo a quello avvenuto in Cina.
Nel 2017 a Cuba 24 funzionari dell’ambasciata Usa e le loro famiglie erano stati rimpatriati in seguito a degli attacchi sonori. I sintomi comprendevano la perdita dell’udito e acufeni, problemi di equilibrio, disturbi del sonno, difficoltà alla vista e problemi cognitivi. Gli stessi problemi che i medici stanno riscontrando in alcuni impiegati del consolato di Guangzhou.
A Washington facendo rapporto sull’accaduto il Segretario di Stato Mike Pompeo ha dichiarato: “Le indicazioni mediche sono molto simili e coincidono con quelle registrate sugli americani che lavoravano a Cuba” e ha concluso: “Stiamo lavorando per capire che cosa sia successo sia a l’Avana che in Cina”.
Dopo il ricovero dell’impiegato di Guangzhou, il Dipartimento di Stato ha diramato una nota su come comportarsi in caso di “attacco sonoro”: non cercare la fonte del rumore ma spostarsi il prima possibile in una zona dove il suono non è presente.
Intanto il portavoce dell’ambasciata americana a Pechino Jinnie Lee ha fatto sapere che questi eventi sono iniziati verso la fine del 2017 e sono continuati fino al mese scorso.
Il 24 maggio, il portavoce del Ministero cinese degli esteri, Lu Kang, parlando di uno dei primi casi emersi il 16 maggio scorso, ha dichiarato di non conoscere le cause della malattia manifestata. “La Cina ha condotto un’accurata inchiesta e ha dato i risultati agli Usa”, ha detto, assicurando che “la Cina segue la Convenzione di Vienna sulle relazioni diplomatiche e consolari, per proteggere lo staff diplomatico degli Stati Uniti e delle altre nazioni”.
17/01/2019 10:51