Missionario del Pilar: testimoniare il Vangelo ai tribali Mundari, fra povertà e malnutrizione
Delhi (AsiaNews) - La morte per malattia in una sola settimana di due giovani tribali Mundari, appartenenti alla stessa famiglia, rilancia in tutta la sua portata le terribili condizioni di vita di questa popolazione minoritaria dell'India, presente nello stato orientale di Jharkhand. In prima fila nell'opera di assistenza e aiuto vi è p. Lino Fernandes sfx, missionario del Pilar (Società dei missionari di san Francesco Saverio, nata a Goa nel 1887), che amministra la parrocchia della Beata Madre Teresa di Siadih (Jharkhand). Il sacerdote ha celebrato i funerali delle due giovani vittime che, secondo quanto racconta ad AsiaNews, sono decedute per "povertà" e "malnutrizione", combinata con la "mancanza di un servizio sanitario adeguato". E in questi giorni, aggiunge il prete, vi è un terzo figlio che si è ammalato e il padre Noas Kandir ha dovuto percorrere "oltre 10 km" per raggiungere la prima clinica disponibile.
Sono queste le terribili condizioni di vita dei tribali Mundari della parrocchia di Beata Madre Teresa di Siadih, frequentata da 45 famiglie sparse in 25 villaggi, 10 dei quali lontani anche 15-20 km dalla chiesa. La maggior parte della gente vive in capanne di paglia, senza acqua corrente, elettricità e vie di comunicazione. Il livello di povertà è devastante, per una comunità composta in maggioranza da lavoratori stagionali o a chiamata, dediti alla coltivazione di terre altrui, e costretti a perdere intere giornate (di lavoro e denaro) per avere cure mediche. Di recente si sono verificati casi crescenti di malaria, per la rapida diffusione del parassita Plasmodium falciparum.
Nei giorni scorsi il presidente indiano Pranab Mukherjee, durante un intervento nella diocesi di Krishnagar (West Bengal), ha elogiato gli sforzi profusi dalla Chiesa cattolica nel tentativo di contribuire allo sviluppo socio-economico e culturale delle popolazioni tribali. Egli lamenta il fatto che i tribali - l'8,6% degli oltre 1,2 miliardi di cittadini - sono ai primi posti per mortalità infantile, mancano di istruzione e non possono coltivare proprie terre.
Il capo di Stato ha al contempo elogiato l'opera dei missionari, che operano tanto nel campo dell'educazione quanto nell'ambito sanitario e sociale, diventando nel tempo fonte di ispirazione per quanti operano nel settore.
Tuttavia, le condizioni di vita restano difficili e i sacerdoti si sentono spesso abbandonati dalle autorità locali nella loro missione. Il centro medico governativo più vicino, spiega p. Lino, è "distante 18 km" e non vi sono mezzi di trasporto per raggiungerlo a un prezzo contenuto. Oltretutto anche "il costo delle medicine è proibitivo". Per questo fra le urgenze principali della missione, avverte il prete, vi è proprio la necessità di costruire una struttura medica attrezzata. "Col cuore compassionevole di Cristo - racconta - cerchiamo di portare la nostra presenza a queste persone e appena veniamo a conoscenza di casi urgenti o gravi, ci precipitiamo con i nostri mezzi per favorire il trasporto in ospedale o nelle cliniche".
La nostra missione, conclude p. Lino, è dedicata a Madre Teresa proprio perché "siamo al servizio dei più poveri fra i poveri". In quest'opera essi sono affiancati dalle suore, che viaggiano fin nelle zone più remote e sperdute per insegnare alle donne tribali come ridurre la mortalità infantile e migliorare il livello di salute delle madri.