Missionario a Mindanao: l’accordo Milf-governo non è perfetto, ma è meglio di niente
Manila (AsiaNews) – Quella proposta dall’accordo “non è la pace che vorremmo avere, ma è meglio che niente. Un passo alla volta e con l’aiuto del Signore speriamo prima o poi di ottenerla”. Con queste parole p. Sebastiano D’Ambra, missionario del Pontificio Istituto Missioni Estere (Pime) dal 1977 nel sud delle Filippine, commenta ad AsiaNews le trattative in corso tra il governo filippino e il Moro Islamic Liberation Front (Milf), gruppo ex-terroristico. “Spero che l’accordo porti più pace al Paese – dichiara il sacerdote – ma mi preoccupa il fatto che i musulmani sono divisi a livello culturale, e questo può essere un grosso problema”.
Al centro dei negoziati la Bangsamoro Basic Law (Bbl), bozza di legge che farebbe del Bangsamoro [regione del Mindanao a maggioranza musulmana ndr] una regione “a statuto speciale”. L’approvazione del Bbl è il nodo delle trattative tra il governo e il Milf. Da questo, secondo p. D’Ambra, dipendono anche le mosse future del Bangsamoro Islamic Freedom Fighters (Biff, che si è separato dal Milf nel 2008) e del Moro National Liberation Front (Mnlf), gruppi ancora armati che operano nella zona.
La legge, spiega il sacerdote, “è un accordo particolare fatto all’interno della nazione. Non è una separazione del Bangsamoro. L’intesa prevede la formazione di un parlamento autonomo composto da 50 deputati e l’elezione di una sorta di primo ministro”.
“Nei prossimi giorni – rivela p. D’Ambra – avremo un gruppo del Senato che verrà da queste parti per un open-forum. Secondo indicazioni trapelate, qualcosa sarà deciso entro giugno, ma il governo dovrà tagliare e modificare i punti più contestati”.
Un punto critico del Bbl è l’instaurazione della sharia islamica nella regione: “Non si tratta di una sharia stile Arabia Saudita – precisa il missionario – ma dell’applicazione di alcune leggi islamiche di diritto privato (matrimoni, proprietà etc.). Per queste cose ci sarà un’assemblea giudicante musulmana”.
La Chiesa è preoccupata dalla situazione e nelle “dichiarazioni ufficiali si è sempre espressa a favore della pace. Però c’è molta paura da parte di alcuni – dichiara p. D’Ambra – mentre alcuni sono contrari all’accordo”.
Intanto, ieri è stata diffusa la notizia dell’uccisione del noto terrorista Abdul Basit Usman, appartenente al gruppo Bangsamoro Islamic Freedom Fighters (Biff) e ricercato dal 2002, avvenuta in circostanze poco chiare nella provincia di Maguindanao.
Non è certo se i responsabili siano le sue guardie del corpo, attirate dal milione di dollari di taglia posta dagli Stati Uniti sulla sua testa, oppure gli uomini del Milf (da cui il Biff si è separato nel 2008) che l’anno scorso hanno firmato la pace col governo filippino.
Secondo p. D’Ambra, la notizia dell’uccisione “è significativa fino ad un certo punto. Usman, anche se è il più famoso, non è certo l’unico personaggio pericoloso del Biff, e questo gruppo continuerà a dare fastidio con attacchi e violenze. La sua morte – continua il missionario – non è sentita come una grande notizia qua nelle Filippine ma è comunque un piccolo passo verso la pace. Molto dipende da come il governo si pronuncerà nei prossimi giorni sul Bbl”.
28/12/2015
12/03/2018 08:49