Mindanao, missionario Pime: ‘Un’educazione dal basso per contrastare l’estremismo islamico’
Manila annuncia politiche per la supervisione degli insegnamenti nelle scuole musulmane del Paese. P. Sebastiano D’Ambra: “Finanziate da Paesi esteri, alcune sfuggono ai controlli del Dipartimento dell’Educazione e promuovono idee radicali”. Sulla legge per l’autonomia del Bangsamoro islamico: “Provvedimento positivo, ma la comunità musulmana è divisa”.
Zamboanga (AsiaNews) – “Vi è il bisogno di un’educazione che parta dal basso, ancor prima dei banchi di scuola”. È quanto afferma p. Sebastiano D’Ambra (foto), missionario del Pontificio Istituto Missioni Estere (Pime) da oltre 40 anni a Mindanao, isola nel sud delle Filippine dov’è concentrata la comunità islamica della popolazione.
Intervistato da AsiaNews, il sacerdote commenta le parole del segretario alla Difesa Delfin Lorenzana, che tre giorni fa aveva annunciato l’impegno del governo per la supervisione degli insegnamenti nelle scuole islamiche del Paese, sia pubbliche che private. Lorenzana ha sottolineato la necessità di un “sistema standardizzato per le madrase”, che preveda un maggiore controllo sui programmi scolastici, al fine di combattere il radicalismo islamico che minaccia il Paese.
“È un discorso a mio avviso molto delicato e allo stesso tempo molto importante – afferma p. D’Ambra – Il sistema educativo del governo già prevede un budget per le scuole islamiche che operano nel rispetto degli obblighi stabiliti dalle istituzioni. Ve ne sono tuttavia diverse altre sovvenzionate da Paesi esteri, arabi e non solo. Esse propongono un certo tipo di orientamento educativo e sfuggono al controllo del Dipartimento dell’Educazione (DepEd). Penso che per questi casi sia necessaria una qualche sorveglianza, perché purtroppo alcune scuole promuovono pensieri ed ideologie estremiste. Bisogna però attendere, per capire in che modo il governo intenderà attuare questa politica di controllo”.
Fondatore del movimento per il dialogo e la pace Silsilah [in arabo: catena, legame ndr] nel 1984, negli ultimi anni il sacerdote ha contribuito al successo dell’Mpe, il Programma educativo per le madrase. Finanziato dal governo di Manila, esso fornisce uno standard di istruzione di base a tutti i docenti di Lingua araba ed educazione ai valori islamici (Alive). A Zamboanga, a capo dell’Mpe vi è Sarah L. Handang, educatrice musulmana membro attivo di Silsilah. Nella sola città del sud, il programma coinvolge 289 insegnanti, dislocati in 48 istituti islamici.
“Le parole di Lorenzana rivelano i timori fondati del governo ma qui a Mindanao non è ancora chiaro come evolverà la situazione. A catturare l’attenzione dei cittadini vi è soprattutto il processo di autonomia della regione, che dovrebbe prender forma nelle prossime settimane”, dichiara p. D’Ambra. Giorni fa, Camera e Senato hanno approvato la Bangsamoro Basic Law (Bbl), ora in attesa della redazione finale. La legge delinea il processo di creazione di un territorio autonomo in un'area chiamata Bangsamoro (nazione dei Moro), dove vivono almeno 4 milioni di persone, in maggioranza musulmane. Essa è considerata da molti la chiave per creare una pace duratura e contrastare l'ascesa dell'estremismo islamista nella regione più povera, seppur ricca di risorse, della nazione.
“Il provvedimento è positivo ma il problema è che la comunità musulmana è divisa. La Bbl non riscuote i favori di tutti ed ogni gruppo esprime opinioni diverse al riguardo. Vedremo nelle prossime settimane le reazioni. Nel contesto di questa situazione, il governo Duterte sta spingendo per conferire allo Stato un assetto federale. Il federalismo è di per sé un'altra forma di autonomia, che non sappiamo se e come verrà attuato. Il cammino verso la pace è ancora lungo, vi è molto su cui lavorare”, conclude p. D’Ambra. (PF)
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