Manila: violenze e casi di irregolarità alle elezioni presidenziali
I primi risultati non ufficiali dello spoglio danno in netto vantaggio Ferdinand Marcos Jr con quasi il 60% dei consensi, come previsto dai pronostici. Tra frodi e malfunzionamenti non è andato tutto liscio durante le elezioni, ma gli analisti sostengono che questi episodi non influiranno sul risultato.
Manila (AsiaNews/Agenzie) - Irregolarità, violenze, frodi e malfunzionamenti: non è andato tutto liscio durante le elezioni di oggi nelle Filippine. Tuttavia gli analisti sostengono che i disordini non produrranno cambiamenti sostanziali per quanto riguarda i risultati delle votazioni presidenziali che sembrano destinati confermare la vittoria a larga maggioranza di Ferdinand Bongbong Marcos: quando il conteggio è arrivato a due terzi dello spoglio il figlio dell'ex dittatore è in testa con il 59,66% dei consensi contro il 28,25% della sua principale sfidante Leni Robredo.
Oltre 67 milioni di filippini oggi sono stati chiamati alle urne per eleggere il successore del presidente uscente Rodrigo Duterte, il prossimo (o la prossima) vice presidente, una serie di deputati e senatori e migliaia di altre posizioni locali. Le votazioni si sono chiuse alle 7 di sera (ora locale) mentre in molte circoscrizioni si chiedeva di posticipare la chiusura a causa delle lunghe code ancora presenti fuori dai seggi.
Questa mattina circa 170 macchine per il conteggio dei voti non hanno funzionato; il Legal Network for Truthful Elections ha segnalato altre irregolarità, tra cui, oltre ai problemi tecnici, tentativi di compravendita dei voti e altri reati elettorali. Nell’isola di Mindanao ci sono stati almeno due attacchi ai seggi elettorali: a Buluan una sparatoria ha provocato tre morti tra le forze di sicurezza, mentre a Datu Unsay un'esplosione davanti a un ufficio ha ferito nove persone.
Il risultato sembra confermate i pronosticie della vigilia che davano con il 56% delle preferenze in netto vantaggio Ferdinand Marcos Junior, figlio omonimo dell’ex dittatore che ha governato il Paese dal 1965 al 1986. L'attuale vice presidente Robredo, postasi come unica alternativa al tandem Marcos-Duterte (la figlia del presidente, Sara, è la candidata favorita alla vicepresidenza) seguiva con il 23% delle preferenze nei sondaggi condotti a fine aprile. Nei giorni scorsi immagini e filmati di piazze colorate di rosa, il colore scelto dall’opposizione, sono circolate sui social facendo sperare in una rimonta della Robredo, che ha condotto una campagna porta a porta rivolta agli indecisi grazie al sostegno di circa 2 milioni di volontari. La famiglia Marcos ha invece puntato sulla diffusione di fake news e propaganda sui social, dipingendo il periodo della dittatura come “un’età dell’oro”.
Il 6 maggio il think tank Center for People Empowerment in Governance e il gruppo Shofar Analytics hanno presentato i risultati di un sondaggio realizzato con una metodologia diversa rispetto ai classici questionari condotti tramite intervista. Secondo gli esperti, che hanno analizzato i messaggi degli aventi diritto al voto, questo potrebbe aver rimosso il “fattore paura” degli intervistati: molti infatti potrebbero aver falsato le risposte alle interviste per paura di ritorsioni o per timore di non ricevere gli aiuti elargiti dal governo per il contrasto alla pandemia. Sulla base dei risultati più aggiornati, Shofar Analytics prevedeva una "vittoria di Leni" con un margine del 2,5% e "l'85,5% di probabilità". Se la corsa per il Palazzo Malacanang sarà un testa a testa lo si saprà nei prossimi giorni, quando la Commissione elettorale del Paese renderà noti i risultati ufficiali.
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