Manila, morto a 61 anni l’ex presidente Benigno ‘Noynoy’ Aquino
Ha ricoperto la carica dal 2010 al 2016. Fra gli atti più famosi l’accordo di pace con il Milf, la legge sulla salute riproduttiva e la disputa con Pechino sul Mar Cinese meridionale. Ancora ignote le cause del decesso, ma soffriva da tempo di problemi di salute. La morte del padre ha dato il via alla rivolta contro l’allora dittatore Marcos.
Manila (AsiaNews/Agenzie) - L’ex presidente filippino Benigno "Noynoy" Aquino III è scomparso oggi all’età di 61 anni. Egli ha ricoperto la carica di capo dello Stato dal 2010 al 2016; fra i suoi atti più famosi vi è la decisione di portare Pechino davanti a un tribunale internazionale riguardo alla disputa sui confini nel Mar Cinese meridionale. Alla scadenza del mandato si era ritirato dalla vita pubblica, mantenendo un basso profilo ed evitando di intervenire sulle principali questioni locali e internazionali.
Al momento non si conoscono le cause ufficiali della sua morte. Tuttavia, secondo alcune fonti egli avrebbe sofferto problemi di salute negli ultimi tempi, tanto da doversi sottoporre a un intervento al cuore. A inizio settimana era stato ricoverato in ospedale per cure mediche.
Aquino era nato l’8 febbraio 1960 nella capitale, Manila. La madre Cory Aquino è stata l’11mo presidente dal 1986 al 1996, prima donna a essere eletta con voto democratico e scomparsa nel 2009. Il padre Ninoy, senatore della repubblica famoso per la strenua opposizione a Fernando Marcos, è stato assassinato nel 1983 di ritorno da un periodo di esilio, La sua morte ha rappresentato un profondo shock per la nazione e ha dato il via alle rivolte popolari che hanno portato alla caduta del dittatore tre anni più tardi, durante la rivoluzione del 1986.
Esponente del Partito liberale, Benigno Aquino è stato un attivo oppositore dell’allora presidente Gloria Macapagal Arroyo dal 2005, con la madre Cory e i colleghi di partito in prima fila a chiederne le dimissioni con accuse di brogli elettorali. Vincitore con largo margine alle elezioni presidenziali del 2010, egli ha promesso una lotta a tutto campo contro la diffusa corruzione, la povertà e infrastrutture inadeguate. Circondato da grandi aspettative, egli ha subito chiarito che sarebbero serviti “superman ed Einstein” per risolvere in poco tempo i problemi del Paese.
Fra gli atti più famosi del suo mandato lo storico accordo di pace raggiunto nel 2014 con il Fronte islamico di liberazione Moro (Milf), il più grande gruppo ribelle musulmano, dopo anni di negoziati. Esso prevedeva maggiore autonomia nelle aree a maggioranza islamica nell’isola meridionale di Mindanao in cambio della fine della lotta armata. Accusato di non aver lavorato a sufficienza per i poveri, Aquino è ricordato infine per aver approvato nel dicembre 2012 la controversa Legge sulla salute riproduttiva, osteggiata dalla Chiesa cattolica perché garantiva accesso universale alla contraccezione, educazione sessuale e controllo della fertilità.