Malaysia, arrestati "reclutatori" dello Stato islamico: fra loro esperti di internet e politici
Kuala Lumpur (AsiaNews/Agenzie) - Vi sono figure di primo piano del jihad in Malaysia e membri attivi nel reclutamento di combattenti per la guerra santa in Medio oriente, fra le persone arrestate a inizio settimana. È quanto affermano le autorità di Kuala Lumpur, sottolineando che nell'elenco dei fermati vi sono uno stretto collaboratore di un ministro di governo, un ex veterano del conflitto siriano e un esperto di Facebook e social network che prendeva di mira le studentesse. A questi si aggiungono un ragazzino di soli 14 anni, studente alle superiori e una famiglia intera di cinque persone.
Nel gruppo di 14 persone arrestate a inizio settimana vi sarebbero anche le personalità più attive nella campagna di reclutamento per le milizie dello Stato islamico (SI); fonti della polizia spiegano che essi organizzavano gli spostamenti in Siria e usavano internet per attirare nuovi (e sempre più giovani) sostenitori. In particolare, tre di loro svolgevano un ruolo del tutto personale e individuale per promuovere, organizzare e finanziare viaggi in Siria.
Fra gli altri membri del gruppo fermati vi sono uno stretto collaboratore del ministro malaysiano per l'Energia, la tecnologia verde e le acque, il cui compito era di finanziare i viaggi in Siria; egli sarebbe inoltre legato a tre combattenti del gruppo estremista islamico filippino Abu Sayyaf, da tempo ricercati. Assieme a lui sono finiti in carcere un ex combattente del jihad in Siria di 34 anni e un 37enne esperto di internet e addetto alla propaganda.
Come riferito di recente da AsiaNews, movimenti fondamentalisti e leader islamici locali hanno trovato ispirazione nelle gesta dei combattenti sunniti e intendono sostenere la lotta per la creazione del Califfato islamico, che ormai si è esteso anche all'Asia. Cellule estremiste e membri attivi nel reclutamento sono presenti tanto in Malaysia, quanto nella vicina Indonesia; i suoi membri sono già operativi sul territorio nella preparazione di attentati e attacchi mirati contro pub, disco e birrerie "sognando il califfato islamico".
Dall'aprile scorso sono 37 i sospetti arrestati, almeno 30 i cittadini che hanno lasciato il Paese alla volta del Siria e circa 15 quelli che hanno perso la vita nei combattimenti nelle fila del gruppo terrorista.
La Malaysia è una nazione di oltre 28 milioni di abbinati, in larga maggioranza musulmani sunniti (60%); in genere prevale una visione moderata della religione islamica e non vi sono stati gravi episodi di violenza negli ultimi anni. Tuttavia, si registrano attacchi minori e violazioni alla libertà religiosa delle minoranza, come emerso negli ultimi anni in seguito alla controversia sull'uso della parola "Allah" per il settimanale cattolico Herald Malaysia. Crescono dunque le preoccupazioni per una possibile escalation della tensione, in un territorio considerano "terreno fertile" per il movimento jihadista militante.
12/12/2022 13:26