Madhya Pradesh: autorità intimidiscono i pentecostali
Il dipartimento delle Entrate ha fatto recapitare una lettera in cui chiede ai pastori di Shalom Mission di presentare i propri documenti personali e certificare cha la loro conversione non sia avvenuta con la forza. Il vescovo ausiliario Paul Muniya: 'Quella che ha luogo è una conversione dei cuori e delle menti, non costringiamo nessuno a diventare cristiano'.
Bhopal (AsiaNews) - Nel Madhya Pradesh continuano le intimidazioni da parte delle autorità verso i pastori pentecostali. Nei giorni scorsi un funzionario del dipartimento delle Entrate nel distretto di Jhabua ha convocato diversi leader cristiani e ha chiesto loro di presentare una serie di informazioni personali, tra cui la loro nomina a sacerdote e il documento relativo alla loro conversione.
Con una lettera, il dipartimento ha inoltre chiesto ai pastori di Shalom Mission di specificare se la loro conversione sia avvenuta con la forza, affinché esso possa procedere con azioni legali in caso di forzature. Tutti i documenti dovranno essere presentati di persona il 22 settembre.
“Shalom mission è stata registrata ufficialmente nel 2008”, ha spiegato ad AsiaNews il vescovo ausiliario Paul Muniya. “Almeno 23 pastori pentecostali hanno ricevuto la lettera del dipartimento delle Entrate in cui gli si chiede di dimostrare il loro status legale. Ci presenteremo al giorno stabilito con i nostri avvocati”, ha aggiunto il religioso.
Registrata con il nome di Shalom Kalisiya Samiti, la chiesa pentecostale tiene diversi gruppi di preghiera nei villaggi remoti del distretto di Jhabua. Come spiega però il vescovo Muniya, grazie a essa “ha luogo una conversione nella mente e nel cuore, non costringiamo nessuno a diventare cristiano”.
Sajan K. George, presidente del Global Council of Indian Christians (Gcic) ha denunciato le intimidazioni del governo: “Jhabua è una zona dominata dalle tribù. Gli estremisti di destra tracciano e monitorano le attività dei cristiani infiltrandosi nei gruppi di preghiera”.
Il presidente del Gcic ha poi condiviso le proprie preoccupazioni riguardo gli ultimi avvenimenti: “Temiamo che questa azione del dipartimento delle Entrate si aggiunga alle solite discriminazioni, minando le garanzie costituzionali riguardo alla libertà di religione". George sottolinea che la comunità cristiana in India è solo il 2,3% della popolazione: "Non è una minaccia per la maggioranza, ma al contrario serve la nazione attraverso l’apostolato educativo e sanitario”.
24/08/2021 11:29