L’opposizione turca media per ritrovare l’unità (e il voto curdo) dopo la spaccatura
Nel fine settimana la leader del movimento nazionalista di destra İYİ aveva abbandonato il “Tavolo dei sei” sulla candidatura del presidente Chp Kilicdaroglu. Al suo posto Meral Akşener vorrebbe il sindaco di Istanbul o il primo cittadino di Ankara. Posticipato l’incontro del “tavolo” per l’ufficializzazione del candidato.
Istanbul (AsiaNews) - In Turchia si è consumata nel fine settimana la prima spaccatura nel cosiddetto “Tavolo dei sei”, il fronte dell’opposizione che intende sfidare il presidente Recep Tayyip Erdogan e il partito di governo Giustizia e viluppo (Akp) alle elezioni del 14 maggio, confermate nonostante il terremoto. L’ İYİ (Good) Party, movimento nazionalista di destra, ha infatti respinto la probabile candidatura - l’ufficialità dovrebbe arrivare in queste ore - del presidente del Chp Kemal Kilicdaroglu, preferendo puntare sul carisma dei sindaci delle due principali città. L'IYI vorrebbe un nome che, nel recente passato, ha saputo sfidare e battere un candidato “governativo” come avvenuto a Istanbul con Ekrem İmamoğlu (nel mirino della magistratura per un processo definito “politico”) o ad Ankara con Mansur Yavaş.
Il “Tavolo dei sei” è, o sarebbe meglio dire era formato da: Chp, il Partito Popolare Repubblicano, movimento del fondatore della Turchia moderna Mustafa Kemal Atatürk e principale movimento di opposizione ; İYİ (Good) Party, il partito Deva (Democrazia e progresso); Gelecek (Partito del futuro), Saadet Party (della felicità); Partito democratico (Dp). Nei giorni scorsi alcuni sondaggi hanno mostrato che, a dispetto delle critiche che hanno seguito il devastante terremoto del 6 febbraio, Erdogan e Akp - alleati con i nazionalisti Mhp - restano in vantaggio, favoriti proprio da divisioni nel fronte opposto e la mancanza di un leader “forte”.
Stamattina i primi cittadini della capitale e del polo economico e commerciale del Paese sono andati in missione nel quartier generale di İYİ, nel tentativo di ricucire il fronte anti-Erdogan, incontrando la presidentessa del partito Meral Akşener. Una missione attesa e seguita con attenzione da quello che ora è il movimento dei cinque, che ha rimandato di almeno un’ora la riunione prevista in un primo momento per le due di oggi pomeriggio e, al termine della quale, è prevista la comunicazione ufficiale del candidato.
La leader İYİ ha fin da subito respinto l’ipotesi di sostenere il presidente del Chp, puntando su uno dei due sindaci che, in tutta risposta, hanno confermato subito fedeltà a Kilicdaroglu, anche per evitare ulteriori spaccature di fronte all’opinione pubblica. Del resto, almeno stando ai sondaggi del recente passato, tanto İmamoğlu quanto Yavaş avrebbero ottime possibilità di battere il presidente uscente, al potere da oltre un ventennio, ma una corsa elettorale finirebbe per distogliere la loro attenzione dalla guida dei due principali centri. Esponendosi, così, al fianco delle critiche e finendo col perdere tanto la corsa alle presidenziali quanto la presa con le rispettive città, in una fase in cui i cittadini sono particolarmente sensibili dopo li dramma terremoto.
In queste ore di frenetiche trattative, l’ultima offerta della Akşener è di nominare i due sindaci come “candidati vice-presidenti esecutivi”, con ampi margini di manovra e potere. Ciononostante, la fuoriuscita - se fosse confermata - del partito nazionalista di destra dal fronte delle opposizioni potrebbe aprire la porta del voto curdo, i cui numeri potrebbero essere decisivi per la partita presidenziale.
Aydın Sezer, analista politico con sede ad Ankara, afferma di non essere sorpreso per l’allontanamento di Meral Akşener dalla coalizione, per la pregressa “resistenza” a lavorare con la fazione curda. In passato la leader del partito ha ricoperto il ruolo di ministro dell'Interno [con Erdogan] e ha militato a lungo fra le fila del Movimento nazionalista di estrema destra (Mhp), partner di coalizione dell’Akp. Oltretutto, alcuni non escludono che fra i motivi del rifiuto di sostenere Kilicdaroglu vi sia anche il fatto che è un curdo alevi.
A conferma dell’attenzione verso l’elettorato curdo delle opposizioni (che non contempla al suo interno il principale partito curdo Hdp), una dichiarazione rilasciata il 4 marzo del Chp rivolto proprio alla minoranza recita: “Continueremo sulla nostra strada - si legge in una nota diffusa dal partito - senza escludere alcun membro dei nostri 85 milioni di persone”.