Leader cristiano: Le vittime dell'Orissa e del Gujarat "hanno lo stesso valore"
Mumbai (AsiaNews) - Le vittime dei pogrom anticristiani dell'Orissa hanno lo stesso valore e devono godere degli stessi privilegi offerti dal governo ai sopravvissuti dei disordini tra indù e musulmani in Gujarat. È la richiesta fatta dal Global Council of Indian Christians (Gcic), dopo che il ministero degli Interni ha concesso ai figli delle vittime dei massacri del 2002 un'estensione di cinque anni del limite di età con cui fare domanda per posti di lavoro presso l'Intelligence Bureau e la Central Industrial Security Force (Cisf).
In due comunicati separati, il 1 marzo scorso si è appreso che il ministero degli Interni ha applicato il nuovo limite di età a un bando online per 532 posti come assistenti alla sicurezza (Intelligence Bureau) e 123 posti come poliziotti (Cisf).
Sajan George, presidente del Gcic, ha accolto in modo favorevole la decisione del governo, ma sostiene che "anche chi ha subito altri pogrom dovrebbe ottenere le stesse concessioni". In particolare egli indica "i figli e le persone a carico delle vittime delle violenze anticristiane avvenute nel distretto di Kandhamal (Orissa) nel 2008. Oltre ad aver subito una persecuzione per motivi religiosi, queste persone appartengono alle fasce più emarginate della società, perché sono per lo più dalit e tribali".
Quello che è accaduto nell'agosto del 2008 in Kandhamal, spiega il leader cristiano, "è senza dubbio il capitolo più doloroso e terribile della storia dell'India, nel quale cristiani innocenti sono stati brutalmente presi di mira e uccisi senza pietà. Le loro case, i loro luoghi di culto e di lavoro sono stati distrutti. Le ferite di quella terribile tragedia non possono essere cancellate con facilità".