Le università di tutto il mondo studiano il coronavirus, nel Punjab il Corano
La scelta del governatore è criticat da uno studioso musulmano: “la proposta riflette il nostro minuetto tradizionale secondo cui più religione è una sicura panacea di tutti i mali. Sfortunatamente, i risultati non supportano questa idea”.
Lahore (AsiaNews) – Mentre le università di tutto il mondo stanno cercando di scoprire una cura per il coronavirus, nelle università pakistane si studierà più religione, considerata “la panacea di tutti i mali”. La critica di uno studioso musulmano è diretta alla decisione del governatore del Punjab di imporre lo studio del Corano anche agli studenti universitari musulmani.
Sullo stesso tema interviene anche la Pakistan Minorities Teachers 'Association (PMTA) che ha scritto al governatore del Punjab, Mohammad Sarwar, per esprimere la preoccupazione delle minoranze religiose per una ulteriore discriminazione nei confronti dei non-islamici.
Il professor Anjum James Paul, un educatore cristiano e presidente del PTMA scrive tra l’altro che “studenti musulmani e di minoranze religiose studiano nelle stesse università del Punjab. Sebbene l'articolo 20 della costituzione del Pakistan garantisca "Libertà di religione" e l'articolo 25 (1) "Uguaglianza di cittadinanza" a tutti i cittadini, sfortunatamente gli studenti delle minoranze religiose sono privati di questi diritti civili. Questa decisione di obbligare solo gli studenti musulmani è certamente discriminatoria. Gli studenti musulmani sono già privilegiati quando studiano la recitazione del Corano Majeed dai gradi I-XII e il soggetto degli studi islamici dal grado III all'istruzione superiore ai sensi dell'articolo 31 della Costituzione, ma gli sfortunati studenti delle minoranze religiose sono deliberatamente privati di pari diritti nella istituzioni educative”.
In conclusione egli chiede “di rivedere la sua decisione e di prendere accordi per lo studio obbligatorio dei libri sacri degli studenti delle minoranze, su base di uguaglianza”.
D'altra parte, un educatore laico musulmano, il professor Hamza Arshad, parlando con AsiaNews su questo tema, afferma: “Il governatore del Punjab sembra non essere consapevole del fatto che i nostri studenti hanno già letto una buona parte del Sacro Corano in diverse classi. Hanno Nazra (recitazione del Corano) a livello primario” e anche nelle classi superiori gli studi islamici sono considerati una materia obbligatoria. “Quindi, una parte considerevole del curriculum comprende molte Sura e capitoli del Sacro Corano".
“La maggior parte degli studenti – aggiunge - va alle moschee per recitare o imparare a memoria. I loro genitori li fanno anche recitare parti del Corano ogni giorno. Il Pakistan ha il maggior numero di madrasse e moschee nel mondo. Quindi, non mancano le recitazioni". “Nonostante questa immensa assunzione di religione, siamo considerati una delle nazioni più corrotte del mondo”.
Ora “un rispettato governatore nella sua confusa eccitazione propone più religione per affrontare la questione. Ora gli studenti, come viene proposto, reciteranno il libro sacro a livello universitario. La domanda è se la recitazione nei quattordici anni precedenti non è riuscita a renderli brave persone, come faranno altri quattro anni quando saranno persone mature e quindi non flessibili come erano nella loro infanzia. Farà solo perdere alla scuola il suo vero compito”.
“Un altro fattore pericoloso è che i chierici saranno in grado di influenzare gli studenti al massimo livello, causando conflitti pericolosi. La proposta del Governatore riflette il nostro minuetto tradizionale secondo cui più religione è una sicura panacea di tutti i mali. Sfortunatamente, i risultati non supportano questa idea. Abbiamo già un basso livello di istruzione. Le nostre università raramente producono ricerche considerevoli. Ora, quando le università del mondo stanno cercando di scoprire una cura per il coronavirus, nelle nostre università quale utilità produrrà più religione? ”.
19/05/2020 11:45
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