Le bellezze di Almaty, 'capitale della magnificenza'
Nelle testate specializzate sulle mete turistiche internazionali l'ex capitale del Kazakistan sta raccogliendo nuovi consensi. La metropoli ai piedi delle montagne del sud è diventata la città degli uomini d’affari e degli artisti, senza le pesantezze burocratiche dei palazzi del potere.
Almaty (AsiaNews) – Una delle testate più importanti al mondo nel campo dei viaggi e del turismo, Cnn Travel, ha pubblicato un servizio sulla più popolosa città del Kazakistan, la meridionale Almaty, con il sottotitolo: “Come una cupa megalopoli sovietica è diventata la capitale della magnificenza in Asia centrale”. I giornalisti americani sono rimasti folgorati dalla crescita dell’ex-capitale del Paese, la cui popolazione supera i 2 milioni e 200 mila abitanti e continua a crescere, confrontandosi con l’attuale capitale Astana nella parte centro-settentrionale, dove vivono 1 milione e 350 mila persone.
Secondo uno degli autori del servizio, Joe Yogerst, Almaty è “il migliore esempio di una città che ha trovato di nuovo sé stessa” negli ultimi anni, senza risparmiare i complimenti, fino all’elogio di “una delle migliori reti di metropolitana al mondo” e dei “musei di livello mondiale”. La metropoli è allo stesso tempo un grande centro finanziario, un concentrato di boutique di altissimo livello e di centri commerciali molto moderni, di ristoranti della cucina nazionale e dei tradizionali bazar folcloristici.
Dennis Kean, specialista americano per la difesa dell’eredità storica, ritiene che “questa città sia eccezionalmente accogliente come condizioni di vita”, senza la necessità di possedere e usare l’automobile, essendoci un “fantastico sistema di trasporti pubblici”, e rappresenta attualmente in gran parte “il centro dell’arte contemporanea – e della cucina locale – di tutta l’Asia centrale”.
Gli almatyni sono più critici dei visitatori americani, presentando spesso richieste di miglioramento ulteriore dei trasporti e della pulizia dei luoghi pubblici. In gran parte bisogna però dare ragione ai giornalisti, che osservano come Almaty abbia tratto grandi vantaggi dal trasferimento della capitale ad Astana, ricevendo maggiore libertà di svilupparsi come città degli uomini d’affari e degli artisti, senza le pesantezze burocratiche dei palazzi del potere. Nella metropoli ai piedi delle montagne del sud “regna uno spirito di creatività veramente unico”, con grandi possibilità di confrontarsi e condurre dibattiti intellettuali di alto livello.
La cucina kazaca è uno degli elementi che più ha colpito gli osservatori, per come i cuochi locali riescono a combinare le tecniche più avanzate della preparazione dei piatti con gli ingredienti e le ricette più tradizionali, risalenti agli antenati nomadi delle steppe. I capolavori culinari sono sicuramente il Bešbarmak dei cavalieri tataro-turanici, che significa “cinque dita” (beš = cinque, barmak = dita) in quanto si mangia di solito con le mani, un letto di pasta tagliata a straccetti difformi, ricoperto di carne affumicata di cavallo, montone o bovino, o perfino col pesce; e poi il Čalop, la zuppa fredda di carne e verdure che si può conservare a lungo in frigorifero o negli appositi vani delle finestre in periodi freddi, irrorata dal Kumis, la bevanda ottenuta dalla fermentazione del latte di giumenta, con un contenuto zuccherino e alcolico superiore a quello del Kefir.
Oltre ai piatti “prelibati e poderosi” dei nomadi, i giornalisti hanno potuto ammirare molte bellezze della città stessa come il Zelenyj Bazar (il “mercato verde”), la cattedrale ortodossa dell’Ascensione, sede della metropolia del Kazakistan, il museo Kasteev e il museo storico. Più di tutto li ha colpiti la “mostra segreta” della Casa Francese, un’esposizione sotterranea senza un titolo specifico che si estende sotto un grande centro commerciale, di proprietà di un misterioso oligarca e collezionista molto affezionato alla sua città natale, che si può visitare gratuitamente dietro registrazione. I biglietti si ottengono senza recarsi in alcun ufficio, ma soltanto chiedendo in giro a chi telefonare o dove mandare una mail. Le guide della mostra, anch’esse rigorosamente anonime, illustrano i capolavori dell’arte e della manifattura popolare kazaca.
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