Lakhdar Brahimi: Dialoghi sulla Siria, c'è qualche progresso
Ginevra (AsiaNews) - L'inviato Onu per la Siria, Lakhdar Brahimi, ha dichiarato che nella prima tornata di dialoghi conclusi oggi, vi è qualche "lento progresso", una "base comune" su cui si può costruire.
I dialoghi di pace sulla Siria sono iniziati a Montreux (Svizzera) il 22 gennaio scorso, con la partecipazione di più di 40 nazioni e sono proseguiti con dialoghi fra governo di Damasco e opposizione. Brahimi ricorda che vi sono stati momenti di tensione, ma che a poco a poco, le due parti hanno accettato di parlarsi "nella stessa stanza" e di "ascoltarsi".
Non vi sono risultati immediati, soprattutto riguardo al modo in cui affrontare la "disperata situazione umanitaria" della popolazione. L'inviato Onu spera che possano emergere delle piste da una conferenza sull'emergenza che si terrà a Roma la prossima settimana.
Intanto, per Brahimi, le due parti sembrano aver trovato un terreno comune.
Anzitutto esse sono d'accordo che occorre discutere sulla base del "Ginevra I", il comunicato della precedente Conferenza di pace, in cui si prospettava "la fine del conflitto" e il varo di "un governo di transizione" con "pieni poteri", che si impegni nel dialogo nazionale, nel rivedere la costituzione, nelle elezioni.
Esse sono anche d'accordo sulla "urgenza di porre fine alle violenze" e alle "immense e inaccettabili sofferenze del popolo siriano"; che il futuro della Siria deve essere deciso dai siriani senza "interventi e interferenze esterne"; che va salvaguardata "la sovranità, l'indipendenza, l'integrità territoriale e l'unità" della Siria; che va protetta "la storia di armonia e tolleranza" tradizionale nel Paese; che occorre democrazia e un governo trasparente, basato sui diritti umani e lo stato di diritto. Entrambe le parti hanno pure ribadito il loro "netto rifiuto dell'estremismo violento e del terrorismo".
Lakhdar Brahimi tiene a precisare che questa serie di punti in comune sono frutto della sua lettura degli incontri avuti, ma a suo parere le due parti dicono "la stessa cosa o quasi la stessa cosa".
In ogni caso, entrambe le parti hanno deciso di rivedersi per il 10 febbraio. L'opposizione ha già detto di sì; la delegazione del governo ha bisogno di consultarsi con Damasco prima di aderire.