Lahore: una marcia per l’ambiente unisce cristiani, musulmani, indù e sikh
Lahore (AsiaNews) – Circa 300 persone appartenenti alle comunità cristiana, musulmana, indù e sikh, si sono unite in un corteo di protesta a Lahore, chiedendo politiche efficaci per tutelare l’ambiente. In vista della Conferenza sul clima di Parigi (Cop21) che inizierà il prossimo 29 novembre, la folla ha voluto manifestare nella capitale del Punjab, partendo dal club della stampa e marciando fino all’Assemblea del governo locale, esponendo cartelloni con slogan ambientalisti. Tra i manifestanti vi erano anche suore, sacerdoti e seminaristi di Lahore.
La manifestazione è stata organizzata dalla Green Save Foundation e dai missionari pakistani di San Colombano. P. Liam O' Callaghan, religioso colombaniano, afferma: “Tutte le religioni chiedono di proteggere l’ambiente. I leader mondiali dovrebbero usare tutte le loro risorse per preservare quello che è rimasto per le nuove generazioni”.
La conferenza di Parigi ha subito diverse limitazioni alle proteste di piazza a causa degli attentati del 13 novembre. Harron Akram Gill, ambientalista musulmano, parteciperà all’evento: “La tragedia ha avuto un impatto sulle politiche per i visti, ma tutto il mondo è d’accordo sul fatto che questi problemi vanno affrontati a qualunque costo. La gente si ammala anche solo bevendo dal rubinetto. Tre delle nostre città sono fra le più inquinate del mondo. Il Pakistan si classifica terzo fra i 10 Paesi più colpiti da cambiamento climatico ma siamo quelli che stiamo facendo meno per contrastarlo”.
P. Liam è coordinatore di Giustizia e pace a Lahore. Il sacerdote irlandese ha distribuito un messaggio da firmare ai partecipanti alla marcia: “Noi, rappresentanti delle comunità sikh, musulmana e cristiana abbiamo sottoscritto la petizione per la grave situazione del riscaldamento globale e del cambiamento climatico. Chiediamo ai leader che firmino un trattato che tagli le emissioni di gas serra per tenere la crescita della temperatura globale sotto 1,5 gradi”.
In una dichiarazione del 10 novembre, il Consiglio generale di San Colombano ha affermato: “Ci uniamo a papa Francesco e alla sua enciclica Laudato Sì, ai leader religiosi e a milioni di persone in tutto il mondo chiedendo un accordo giusto e vincolante dal punto di vista legale per limitare le emissioni umane di carbonio che stanno cambiando il clima terrestre”.
Parlando all’ufficio delle Nazioni Unite di Nairobi, ieri papa Francesco ha detto: “Sarebbe triste e, oserei dire, perfino catastrofico”, se “interessi privati” non consentissero alla conferenza sul clima di arrivare a “concludere un accordo globale e ‘trasformatore’”.
11/02/2022 12:59