Lahore: concessa la libertà su cauzione a cristiano accusato di blasfemia
Stephen Masih era stato arrestato più di tre anni dopo un litigio con un vicino di casa. La famiglia è stata costretta a trasferirsi in un luogo sicuro. Il fratello: "Speriamo di potergli fornire le cure di cui ha bisogno".
Lahore (AsiaNews) - È stato accolto con favore il verdetto del tribunale di Lahore che il 3 giugno ha concesso la libertà su cauzione a Stephen Masih, un fedele cristiano arrestato più di tre anni fa per presunte accuse di blasfemia.
La polizia aveva fatto irruzione in casa di Stephen a marzo 2019 dopo un alterco con un vicino: l’uomo si era intrufolato nel terrazzo del cristiano per recuperare dei piccioni e dopo un acceso litigio ha accusato Masih di blasfemia. In realtà, come ha sottolineato Joseph Jansen, presidente della no profit Voice of Justice, “questo è un chiaro esempio di come le accuse di blasfemia originino da dispute personali piuttosto che da veri casi”. Poco dopo la vicenda una folla di fanatici ha poi dato fuoco alla casa di Masih costringendo la famiglia a trasferirsi in un luogo più sicuro.
“È spiacevole che il vicino abbia mosso le accuse per punire Stephen per il linguaggio utilizzato durante l’alterco”, ha commentato Francis, fratello dell’accusato. “Spero che la cauzione ci permetta di fornirgli cure e assistenza visto che Stephen non è sano di mente dalla nascita”.
L’attivista per i diritti umani Ashiknaz Khokhar ha precisato che l’istituto di medicina del Punjab ha certificato che Stephen soffre di disturbo bipolare affettivo e non sarebbe in grado di sostenere un processo. Tuttavia in Pakistan coloro che vengono accusati di blasfemia spesso trascorrono alcuni anni in prigione prima di ricevere la libertà su cauzione.
Farooq Bashir, avvocato della famiglia Masih, ha commentato dicendo che è “deplorevole che nessuno dei vicini abbia avuto il coraggio di fare una dichiarazione in tribunale confermando le condizioni mentali” di Stephen “a causa delle minacce associate all'accusa di blasfemia. Ciò dimostra ancora una volta che nei tribunali vengono prodotte prove e testimonianze false per regolare conti personali abusando delle leggi relative alla profanazione della religione”.
L’avvocato difensore Abdul Hameed Rana ha sottolineato che l’ottenimento della libertà provvisoria è un grande risultato: “Stephen sta rischiando la prigione da oltre tre anni per un presunto reato che non ha mai commesso. Il caso contro di lui ha delle lacune; da parte nostra continueremo a lottare in tribunale per farlo assolvere perché è innocente”.