Lahore, cristiani e musulmani piangono la “rockstar” sufi uccisa dai talebani per blasfemia
Amjad Sabri è stato ucciso ieri con tre colpi di pistola mentre era a bordo della sua auto a Karachi. Un gruppo talebano ha rivendicato l’omicidio. L’uomo era stato citato in giudizio per blasfemia, perché in una sua canzone aveva nominato i parenti di Maometto. Attivista cristiano: “L’artista aveva fan di ogni religione”.
Lahore (AsiaNews) – Un gruppo di fedeli musulmani e cristiani hanno partecipato oggi pomeriggio ad una manifestazione interreligiosa per Amjad Sabri, uno dei cantanti di musica religiosa sufi più famosi al mondo, ucciso ieri a Karachi da terroristi talebani perché accusato di blasfemia. La manifestazione, organizzata dal Rwadari Tehreek (Movimento per la tolleranza), si è svolta di fronte al Lahore press club. Samson Salamat, presidente cristiano del movimento, dice ad AsiaNews: “È stata soffocata una voce di pace”.
Amjad Sabri era uno dei maggiori esponenti della tradizione musicale sufi, chiamata qawwali. Si tratta di un’antichissima arte canora risalente a 700 anni fa, di cui la famiglia di Sabri è tra i più famosi esecutori al mondo.
Ieri l’artista era alla guida della sua autovettura nella trafficata area di Liquatabad quando è stato avvicinato da due malviventi a bordo di una motocicletta. I killer hanno sparato diversi colpi di pistola; tre lo hanno colpito alla testa e al collo. Trasportato d’urgenza all’ospedale Abbasi Shaheed, è deceduto subito dopo in seguito alle ferite riportate. Un altro parente che viaggiava con lui è stato centrato dai proiettili, ed è morto dopo alcune ore.
I militanti del Hakimullah Mehsud, una cellula affiliata al Tehreek-e-Taliban Pakistan, hanno rivendicato l’omicidio di Sabri, accusato di essere “blasfemo”. Nel 2014 infatti egli è rimasto coinvolto in una controversia giudiziaria per blasfemia. Una sua canzone era stata sovrapposta ad un altro brano che conteneva commenti derisori nei confronti di parenti di Maometto, ma il cantante si era dissociato dall’iniziativa musicale.
Samson Salamat sostiene: “Sabri promuoveva un messaggio di pace e tolleranza. Aveva fan di ogni religione”. Il sufismo infatti è fautore di un islam moderato e prevede pratiche mistiche e liberatorie (come la musica e la danza) che sono osteggiate dagli estremisti.
Saeeda Deep, fondatore dell’Institute of Peace and Secular Studies, afferma: “Si tratta di un’altra terribile tragedia. I terroristi ora colpiscono anche gli artisti. Per loro, le persone comuni sono come insetti”. L’uomo aggiunge che “la situazione in Pakistan sta peggiorando, ma lo Stato è in silenzio. L’omicidio di persone innocenti dimostra che i nemici di questo Paese vogliono distruggere la pace”.